martedì 31 dicembre 2013

Christmas Break volume I, amate vacanze ♡

Mi sento un po' giù senza un motivo preciso in questo momento, quindi mentre Derrick guarda un film sdraiato sul pavimento e Paula fa qualcosa con l'iPad vi parlo un po' delle vacanza di Natale.
Il periodo natalizio ha la fama di essere duro per qualunque exchange student, in teoria essere altrove durante una festa che si passa tradizionalmente in famiglia provoca un sacco di nostalgia, ma devo dire che io non mi sto deprimendo più di tanto, probabilmente perchè il livello del mio spirito natalizio è più o meno lo stesso che ho verso ferragosto. Siamo davvero a dicembre? Sono davvero quattro mesi santo cielo? No, non può essere. Io non voglio essere ripetitiva, ma questi non possono essere quattro mesi, mi sembra che Halloween fosse tre settimane fa! Il tempo che corre così veloce mi sta spaventando sul serio, se avessi scelto i sei mesi non sarei mai pronta a tornare a casa, assolutamente. Mi sembra di non avere fatto nulla per tutto questo tempo, di stare buttando via metà del mio tempo qui. Le prime amicizie un attimo più profonde sto iniziando a svilupparle solo adesso, e anche il rapporto con la famiglia si sta ancora evolvendo, non potrei mai tornare in Italia adesso.
Comunque, parlando delle vacanze di natale, l'ultimo giorno di scuola è stato venerdì. Per la vigilia io, Rob, Marissa (amici di american lit) e qualcun'altro avevamo in programma di andare a fare caroling, ovvero bussare alle porte e cantare canzoni natalizie e venerdì alle sette eravamo d'accordo per trovarci a casa di Marissa e fare le prove, ovvero semplicemente cazzeggiare un po'. Visto che abita a tre minuti da casa mia mi sono incamminata a piedi, e arrivata lì... Lei non c'era.
....
Mi ha chiamata dicendomi che era bloccata non ho capito dove, le prove erano annullate e sono tornata a casa. Ma santo cielo, se sai che un gruppo di persone devono incontrarsi a casa tua alle sette e alle sei e cinquanta sei ancora bloccata da qualche parte avvisale! Il bello è che quando sono tornata a casa Paula le ha dato ragione e mi ha detto che avrei dovuto chiamarla e accertarmi che fosse a casa. Ma perchè, ci eravamo accordate a scuola poche ore prima, era ovvio che avrebbe dovuto essere lì! Bah, non mi dilungo perchè queste cose mi fanno innervosire, anche perchè la mia host family giusto per farmi sentire meglio mi prende sempre in giro su queste faccende.
Sabato sono andata al Mall con Chiara, di cui mi rendo conto mi ero dimenticata di parlarvi. Chiara è l'altra exchange italiana che vive relativamente vicino a me ma va in un'altra scuola, l'avevo già vista una volta alla festa natalizia dell'international club. Comunque siamo andate al Columbia Mall per cercare gli ultimi regali di natale. Ho preso per Derrick due magliette dei Sehawks, una squadra di hockey di cui è fan, per Ashley dei pantaloni e una canottiera e per i miei hparents avevo finito la fantasia quindi ho preso una gift card per una cena in ristorante, inoltre ho i regali che mi hanno spedito i miei genitori dall'Italia, quindi sono a posto. Dopo il mall sono andata a una festa natalizia che Ali ha organizzato a casa sua, ero scettica ma devo dire che è stato divertente e ho conosciuto qualche persona simpatica. Ho conosciuto qualche altro exchange come Levani, l'host brother di Ali che è simpaticissimo e tanti exchange di cui ho già dimenticato il nome. Sono queste situazioni in cui mi sento perfettamente a mio agio in mezzo a una mandria di ragazzi che non conosco che mi fanno capire che mano a mano sto davvero cambiando. Ho passato metà della serata con un ragazzo che voleva farmi vedere trucchi di magia e l'altra metà con Sundas e Levani, ma ho avuto anche tempo di presentarmi a un ragazzo ubriaco/fatto che non conosco con un "Hey I head that you're on drugs, I'm here to make fun of you", ottenere una tazza in regalo, ballare il valzer con musica indiana in sottofondo e quando tutti quelli che conoscevo se ne sono andati ed è arrivata Mallory, invece di dare vita a un silenzio imbarazzante perchè non la conosco poi più di tanto abbiamo tranquillamente parlato per poi andare a cercare i cappelli più belli in circolazione e ballare in modo ridicolo. 


Domenica non ho fatto assolutamente nulla dalla mattina alla sera se non iniziare questo post. Lunedì avevamo in programma di andare al cinema con Sundas, Sumbal e un po' di gente ma è saltata all'ultimo, quindi siamo semplicemente andati a casa loro. C'erano anche un po' di persone conosiute due giorni prima come Levani, un ragazzo dal nome impossibile e una ragazza della quale nonostante viva a uno sputo da me e prenda il mio scuolabus tutti i giorni non ricordo il nome, sono un disastro. Abbiamo cazzeggiato un po', mangiato cupcakes e quando è arrivata Senna abbiamo visto un film sui Beatles della quale non ho sentito una parola per colpa di Levani. Sono davvero contenta di averle conosciute, anche se per moltissimo tempo non abbiamo interagito e non sono delle amicizie profondissime non vedo l'ora del secondo semestre in cui avrò una classe con loro, davvero.
Martedì era la vigilia, devo dire che essere privata del cenone mi ha scombussolata un po' haha
Il mio spirito natalizio era sotto zero, anche dopo la messa e la cena quando abbiamo scartato i regali. Ho ricevuto due gifcard di Starbucks, una di Walmart (che tristezza haha), una coperta con il simbolo della mia scuola, due scatole di cioccolatini, una cornice con una foto di me e la famiglia, dei pantaloni che non ero riuscita a comprare al black friday per colpa delle carte non funzionanti, una maschera da cavallo che è stata eletta best present ever, una macchina fotografica usa e getta con degli unicorni stampati sul rullino, un'agendina, calze, orecchini a forma di dinosauro e ora che me lo fate ricordare i miei non hanno ancora spedito i money money honey promessi

money money honey, mush be funny, in a rich mans world
tu tu tu tu turuturututtututtù in a rich maaan wooorldd

Okay okay la smetto. Comunque.
Mercoledì, ovvero natale, è stato un filo deprimente e non riuscivo a sentire un minimo di spirito natalizio nemmeno per sbaglio. In pratica mi sono svegliata, ho guardato mtv sul telefono da sola, mi sono cambiata solo per il pranzo; abbiamo mangiato con la famiglia, il fratello di sangue di Alinda e suo padre, un'amica di Paula e sua figlia, Ashley è arrivata appena prima del pranzo e subito dopo mi sembra di ricordare che sia sparita, mentre io sono tornata a mtv. Yay.
Giovedì mattina sono andata a fare volontariato insieme a Paula ed Ashley in un negozio in cui danno vestiti gratis agli immigrati che non possono permetterseli e dopo cena sono andata a casa di Marissa e ho dormito lì. Ho paura di chi possa leggere il mio blog quindi non commenterò in nessun modo.
Venerdì mi sono svegliata a casa di Marissa verso mezzogiorno, sono tornata a casa e ho vegetato per il resto della giornata, sabato avrei dovuto andare a vedere una galleria d'arte con Ashley per via di una lunga storia, ma lei non è stata a casa tutto il giorno e si è dimenticata di portarmi, per la seconda volta ♡♡♡ A cena siamo andati a mangiare delle pizze quadrate così unte che colavano olio e mi hanno lasciato le mani bagnate, posso dire che schifo? Beh, che schifo.
Domenica sono andata a vedere "The secret life of Walter Mitty" al cinema con Shuyler, Larry, Carla e Stefanie, vorrei aggiungere un commento antipatico su una cosa che è successa ma evito. Lunedì non ho messo il naso fuori di casa e martedì, ovvero oggi, è l'ultimo dell'anno.
Non so bene commentare il 2013, anno di grandi cambiamenti, grandi delusioni e grandi prime esperienze. E' partito male sulla scia del 2012, anno senza dubbio peggiore della mia vita, e mi ha portato in una direzione che non avrei immaginato, verso l'America, me stessa e dei nuovi obbiettivi. Fino ad ora non è certamente stato il mio anno migliore, ma è stato l'anno in cui mi sono rialzata, sono uscita da un periodo orribile prendendomi la mia indipendenza e partendo verso gli Stati Uniti. E' stato un modo di scappare dai problemi? Forse, non lo negherò, e basta guardare l'url del blog nella barra degli indirizzi per capire cosa avessi in testa all'inizio di questa esperienza. Sinceramente non ci vedo nulla di male, partire non è semplicemente scappare dai propri problemi, ma metterli da parte e tornare un anno dopo a risolverli con quella che spero sarà una nuova maturità e forza. Il 2013 se non il migliore della mia vita sarà sempre l'anno in cui mi sono svegliata, ho dato una direzione al mio futuro e ho capito cosa voglio da me e dalla mia vita a soli sedici anni. Ho migliaia di rimorsi e rimpianti, ho fatto tante cazzate, ho sprecato un sacco di tempo, ho avuto tanti momenti di tristezza e guardando al mio percorso imperfetto forse non sarò pienamente felice della mia posizione, ma sono comunque fiera di dove sia arrivata. Nessuno è perfetto e io meno di tutti, ma allo stesso tempo sono contenta di essere qua e non vedo l'ora di tornare a Milano e sistemare i miei problemi grazie a quello che ho imparato vivendo quattro mesi facendo affidamente solo su me stessa.
Ora devo andare a casa di Marissa quindi vi lascio, vi auguro un anno pieno di soddisfazioni, buon 2014, I hope you will all have the time of your life :)

domenica 22 dicembre 2013

Sadies

Ciao fantasmini belli!
Oggi è mercoledì (o almeno lo era a post iniziato) e sono abbastanza di buonumore quindi volevo aggiornarvi un po' sull'ultimo periodo. Sabato c'è stato il Sadies, ovvero un ballo informale che alcune scuole fanno a dicembre in cui per tradizione le ragazze invitano i ragazzi e si va insieme a comprare delle magliette uguali da indossare. Sinceramente l'idea di dovere invitare un ragazzo non mi faceva esattamente impazzire e in effetti è andata a finire in modo parecchio imbarazzante hahaha
Ma andiamo con ordine, praticamente tutti gli americani che conosco non volevano andarci, invece per quanto riguarda gli altri exchange Stefanie ha chiesto a un ragazzo della nostra classe di american lit che però voleva andarci con la ragazza che gli piaceva, Carla ha chiesto a Shuyler, Aureliane era alle Hawaii, Ive non è venuta, Lucas era con Megan ed Ebba non ha chiesto a nessuno. Voglio raccontarvi come Carla ha invitato Shuyler perchè mi ha fatto morire dal ridere, però ci devo infilare una premessa o non capirete.
In pratica un giorno di un mesetto fa ero a casa di Stefanie con Carla, afferro il cellulare di quest'ultima e senza nessun motivo in particolare mando un messaggio a Shuyler con scritto "Do you want to pineapple with me? ;) <3" (vuoi ananas con me?) cercando di farla sembrare la cosa più perversa possibile. La conversazione è andata avanti con lui a metà tra il confuso e l'interessato fino a quando sono scoppiata a ridere, Carla ha visto i messaggi e l'ha informato che ero stata io, ma da allora continuiamo tutti a riprendere questa cosa dell'ananas e scherzarci sopra mandandoci messaggi, snapchat e cazzate varie.

Ciò che ho trovato tra le cartelle nel mio account sul pc della scuola qualche tempo fa. Ogni riferimento è puramente casuale.

Dunque, cosa avrà mai fatto Carla? Mi capotto ancora dalle risate quando penso alla voce di una mia amica che mi fa, non ricordo in quale contesto "Yeah, I saw Shuyler holding a pinapple yesterday in the parking..." AHAHAHAHAHA 
in pratica gli ha lasciato sul banco un ananas con un bigliettino con scritto "Sadies?" e lui il giorno dopo le ha restituito un piatto con cubetti di ananas che dicevano di si, giuro che non smetterò mai di trovarlo divertente.
Comunque come ho già detto il ballo era sabato, sono prima andata alla partita di basket del venerdì in cui Carla e Stefanie stavano
...come traduco il verbo to cheer? (sigh)
avete capito, comunque dopo Shuyler ha portato me e Carla nel posto dove si teneva il ballo, mezzo deserto. Se all'homecoming c'erano poche persone al Sadies davvero non c'era quasi nessuno! Abbiamo ballato per un po', poi a un certo punto mi giro per rendermi conto che stavano grindando tutti! Il grind (sentitevi liberi di cercare "grinding" su youtube, ma se vi ritrovate davanti a un porno non è colpa mia, siete stati avvisati) è un ballo spintissimo in cui la ragazza da la schiena al ragazzo e piegata un po' in avanti si struscia su di lui. Prima dell'homecoming avevano messo cartelloni ovunque che dicevano di non grindare e avevano avvisato che avrebbero buttato fuori chiunque ci avesse provato, mentre sabato censuravano qualunque canzoni con un "fucking" ma hanno lasciato che la pista si trasformasse praticamente in un orgia. Che senso ha? C'era sul serio da sentirsi a disagio!
Comunque abbiamo ballato un bel po', poi Shuyler ha avuto un mezzo attacco di depressione per motivi che qui non posso stare a scrivere, quindi siamo usciti per andare alla share house, un baretto all'americana vicino a casa mia in cui ci siamo tutti presi una cioccolata e in conclusione nel silenzio imbarazzante mi sono fatta dare un passaggio a casa.
Come serata è stata abbastanza divertente se tralasciamo qualche dettaglio come l'inquietante ragazzo russo che nemmeno era della nostra scuola che si è presentato e mi ha chiesto di ballare con lui indicando le persone che grindavano, comunque sono contenta. 
Ho scritto di nuovo un post corto bruttino, volevo dire qualche parola sul Sadies ma ora non ho proprio tempo. In questo momento le vacanze di natale sono iniziate e vi aggiornerò presto, adieu!


domenica 15 dicembre 2013

Thanksgiving

Sono strainritardo, ma visto che questa sera ho il Sadies e voglio dedicargli un post a parte è meglio se non accumulo cose arretrate da scrivere, quindi vi sbatto in faccia il ringraziamento e ciao ciao al proposito di scrivere di più.
Ormai parlo di cose avvenute due settimane fa quindi i dettagli si sono persi, ma pace. La settimana del ringraziamento per quanto mi ricordo è stata abbastanza tranquilla, poi il venerdì ho fatto la prima assenza dell'anno per andare a trovare i nonni in qualche posto sperduto vicino al Canada. Siamo partiti la mattina presto e dopo tre ore mi sono ritrovata in una casetta con un bel giardino, uno di quelli con l'erba. Quanto mi sono mancati gli alberi veri e l'erba (il mio concetto di alberi e vera erba sono quelli che crescono spontaneamente e non con tutte le schifezze fertilizzanti che devono usare nelle Tri-Cities). Comunque siamo andati a mangiare in una "pizzeria" chiamata Round Table Pizza (non andateci) e ho conosciuto zii e cugini, ovvero Rebecca di 19 anni e Justin di 16. Gli zii nemmeno ricordo come si chiamano, visto che non ci ho rivolto mezza parola tutto il weekend. Sono questi i momenti i cui essere per la propria famiglia un exchange di una lunga serie pesa: esattamente come a scuola nei primi giorno non essendo una novità nessuno era particolarmente interessato a me o ha cercato di parlarmi. Questo io non lo chiamo sentirmi in famiglia...
In ogni caso il giorno dopo per il ringraziamento vero e proprio siamo andati a casa degli zii, dove abbiamo guardato una partita di football per qualcosa come sei ore e abbiamo pranzato/cenato alle quattro. Dopo il tacchino al cranberry jelly e tutte queste cose buone siamo tornati davanti alla tv fino alle dieci quando io, Ashley e Rebecca siamo uscite per il Black Friday.
Per chi non lo sapesse il black friday è una giornata di saldi nel venerdì subito dopo il ringraziamento, i prezzi sono bassissimi ovunque e milioni di persone assaltano i negozi che restano aperti tutta la notte.
Ma ovviamente per via della legge di Murphy-Isabella doveva come sempre esserci qualcosa che va male, ovvero le due carte di credito che si sono smagnetizzate contemporaneamente, lasciandomi senza contanti e metodi di pagamento. Se avessi qualcuno da mandare a fanculo sarebbe un piacere, ma mi sa che mi tocca indirizzare le mie imprecazioni a ignoti. Siamo passate da American Eagle, dove ho trovato un paio di pantaloni bellissimi in supersconto ma che ovviamente non ho potuto prendere, poi Victoria Secret dove sono riuscita a comprare qualcosina solo con un prestito di Ashley, un negozio della quale nemmeno ricordo il nome nella quale mi sono seduta guardando da un'altra parte per evitare di soffrire, poi Macy's, Starbucks dove sono riuscita a pagare machecazzoperchè, una altro negozio dove non ha funzionato, Gap dove hanno potuto digitare il numero della carta quindi ho pagato anche se non funzionava e per ultimo credo da Walmart, dove ormai alle quattro del mattino siamo state inseguite da un ragazzo che voleva venderci una pizza e ho cercato di comprare dei boxer maschili con il grinch, ma niente da fare. Siamo tornate a casa alle cinque e mi sono tuffata a letto.
Vorrei dire che è stato divertente, ma più che altro ero innervosita all'estremo tutto il tempo, per quanto cercassi di prenderla con filosofia. Il giorno dopo siamo andate in macchina quasi fino in Canada in un centro commerciale più grande dove ho avuto lo stesso identico problema, il che mi ha portato a bestemmiare in aramaico tutto il tempo. E c'era il 50% su tutto il negozio da Abercombie e Hollister machecazzoaaaaaaarghhhh
Siamo tornati a casa dei nonni dove siamo rimasti una giornata, poi casa dolce casa, il deserto.

Conclusioni? Non dico che non sia stato bello, ma il punto delle feste in famiglia è il fattore famiglia e io non mi sono mai sentita più estranea come in quel weekend. E qui mi rimangio quello che dicevo sull'essere diventata più estroversa, nelle situazioni di disagio proprio non sono capace di essere socievole e credo che l'unica opinione che ho lasciato a Rebecca sia che l'exchange di quest'anno è noiosa e silenziosa. Non è stata una festa in famiglia, solo un seguito interminabile di ore davanti alla tv a guardare il football, la parata del ringraziamento, una gara canina e altre cose di cui avrei fatto volentieri a meno e giuro di non avere mai passato una giornata lunga come quella di giovedí, in salotto a fingere di guardare la tv per ore scandita dallo zio che come un metronomo tirava su con il naso. Non voglio essere tragica ma solo obbiettiva e di sicuro non sto cercando di parlare male della mia famiglia ospitante, però questi sono i fatti e mentre loro possono avere un exchange student ogni anno questo è stato il mio primo e probabilmente ultimo giorno del ringraziamento, un'esperienza bella fino a un certo punto.
Ora vi lascio perchè devo prepararmi, il per fare cosa spero di riuscire a comunicarvelo nei prossimo giorni. Perdonatemi se questo post fa un po' schifo ma volevo raccontare qualcosa sul ringraziamento, la prossima volta mi impegno di più. Ciao fantasmini belli, tanto amore per voi, bye!

mercoledì 27 novembre 2013

Tre mesi?

So che non scriva abbastanza spesso per dare un'idea chiara di quello che sta facendo qui, ma non è facile con il poco tempo che ho buttare giù un post e mi ritrovo ad abbozzare qualcosa a biologia mentre Staley parla di ATP e membrane nucleari.
Tra l'altro non ero riuscita a fare un post di ottobre, quindi la metà delle cose di cui parlerò sono avvenute una vita fa ma pazienza. Comunque ho superato in un attimo il terzo mese. Possibile? Mi sembra che quando il 23 settembre sono scivolata nel secondo mese fosse la settimana scorsa e che il 23 agosto quando sono scesa dall'aereo fosse sei mesi fa. Non posso credere di stare vivendo in un continente lontano dalla mia famiglia e dai miei amici da un quarto di anno, ma contemporaneamente quel 23 Agosto è ormai lontanissimo. Sono davvero andata al country fair tre mesi fa? Non era l'anno scorso? Davvero il primo giorno di scuola con quel vestito a fiori era appena ad Agosto? Eppure sono qui da 93 giorni. 
Novantatrè, sembra davvero impossibile, mi fa venire da chiedermi cosa abbia fatto in tutto questo tempo, ma poi mi passano davanti agli occhi tutti i cambiamenti di queste settimane e mi rispondo da sola. Dalle amicizie, al rapporto con la famiglia, alla sfida con la scuola e la lingua, tutto è in continuo movimento ed evoluzione, se solo ci penso un attimo riesco a tirare fuori tutte quelle cose minuscole che stanno creando il puzzle della mia esperienza e che messe insieme stanno costruendo la mia nuova vita qui.
Il modo in cui dopo due giorni mi sentivo già a mio agio con Derrick. I ripensamenti su Biologia che non mi sono mai decisa a cambiare. Il modo in cui quella che all'inizio era un'amicizia di convenienza con Stefanie dettata dal nostro bisogno d'una dell'altra essendo "sulla stessa barca" si sia trasformata in un rapporto sincero, per quanto ultimamente ne stia dubitando parecchio. Il tramonto che si sposta sempre più in là mentre il tragitto fino a Kennedy Road con Derrick la mattina per prendere scuolabus diventa più freddo. La prima volta che a metà novembre ho affrontato meno dieci gradi sbuffando nuvolette bianche. Bayley che arriva nella mia classe di ceramics e che porta un po' di allegria mentre con le mani immerse nella creta lavoriamo a qualche progetto. La mia imbarazzante esposizione sull'Italia a fotografia che se non altro mi ha fatto inspiegabilmente guadagnare la simpatia della classe. Il modo in cui "il ragazzo ucraino dal nome impronunciabile" è diventato prima Yuriy, e poi un amico. Camere mia e di Ashley che diventa sempre meno silenziosa mano a mano che diventiamo amiche. Dante che inizia a sedersi con noi a ceramics. Canzoni in inglese delle quali non avevo capito il testo che prendono un senso. Erin che a letteratura inizia a chiacchierare non solo per sfottere amorevolmente Ali in sua presenza, ma anche per delirare sul suo amore per il security guy e per invitarmi a casa sua a preparare lasagne per lei e Marissa. Il momento in cui Mrs Hatcher ha dovuto cambiare tutti i posti di quella classe perchè chiacchieravamo troppo spedendo me, Erin, Ali, Rob e Marissa agli angoli opposti della classe. Imparare insulti in spagnolo, olandese, svedese, portoghese e francese. Farsi otto ore di pullman solo per supportare i bombers in una partita dall'altra parte del mondo e tornare a casa sfrecciando per le strade buie alle due e mezza di notte sulla macchina di Shuyler urlando e facendo i cretini. Litigare in inglese per la prima volta. Vivere il momento magico in cui il prof annuncia che lavorerete in un progetto a coppie e qualcuno che non sia un'exchange student si gira verso di te. Gli Hunger Games Scolastici. Il momento in cui un'amica ti racconta qualcosa in un'orecchio e allontana chiunque cerchi di avvicinarsi. Disimparare a scrivere in italiano (sigh). Quando a letteratura bisogna corregere il compito del compagno di banco e la ragazza vicino a te invece di segnarti gli errori i sistema in penna blu cercando di non farsi beccare. Derrick che si lamenta perchè gli chiedo ogni mezz'ora di fare i biscotti, però poi li prepara e me ne lascia mangiare la metà. Ridere a crepapelle mentre cerchi di insegnare l'italiano a un americano. 
Sono tutte piccolezze, cose stupide e insignificanti ma che messe insieme hanno determinato il percorso che sto percorrendo. Se non fossi partita non starei cambiando così tanto, non starei iniziando seriamente a pensare al mio futuro e non avrei un'idea chiara di chi sono e cosa voglio, molto più di quanto non l'abbia mai avuta. Per la prima volta mi sento di dire partite
Sto parlando a voi che siete indecisi, che non sapete sareste abbastanza forti per farcela e che sognate una svolta nella vostra vita, partite perchè non c'è nulla di meglio di lasciarsi tutto alle spalle, scoprirsi indipendenti e vedersi crescere. So che sembra una frase stupida da film Disney ma un anno all'estero è prima di tutto un viaggio in se stessi, un modo per tirare fuori il meglio di se, scoprire lati del proprio carattere della quale nemmeno sapevi l'esistenza e fortificarsi. Come ho sentito dire tante volte "Se va bene è fantastico, se va male è un'esperienza". Stavo per dire "non abbiate paura", ma sarebbe praticamente impossibile. Abbiate paura, partite senza sapere quello che succederà solo per la soddisfazione di superare ogni dubbio e rendervi conto che ce l'avete fatta con le vostre forze. Uscite dalla bolla in cui siete cresciuti, strappate le vostre radici per lanciarvi verso l'ignoto come non molte persone hanno il coraggio di fare. Espandete i vostri orizzonti, aprite la vostra mente, imparate una nuova lingua, scoprite nuove tradizioni e punti di vista. Non rimanete un puntino sul mappamondo che  nasce e si spegne immobile senza scoprire mai la realtà che sta fuori dalla portata dei suoi occhi, vivete in prima persona più che potete, fate tutte le esperienze della quale avete l'occasione mettendo da parte la realtà in cui siete cresciuti. Toccate e ascoltate ciò che c'è oltre l'oceano, smontate i pregiudizi, vivete un momento di nostalgia ed imparate ad amare ciò che avete lasciato indietro. Innamoratevi di un'altra nazione, di un'altra lingua, di un'altro popolo, e contemporaneamente del paese che vi ha messo al mondo. Innamoratevi anche di voi stessi, imparate a volere bene alla persona che è riuscita a fare tutto questo lontana da tutte le cose importanti che aveva al mondo. Semplicemente partite, prendete in mano le redini della vostra vita a soli sedici anni e tornate con occhi nuovi e una nuova concezione del mondo.

So che quando i miei pensieri iniziano su questa scia davvero mi metterei a scrivere per ore, quindi chiudo qui e vi saluto perchè domani mattina partiamo per il thanksgiving break, un tacchino mi aspetta dai miei nonni ospitanti. Se rileggo tutto questo si direbbe che stia avendo un'esperienza da sogno, ma non è esattamente così, sono solo sulla strada giusta. Se dovessi dare un voto a questo mese sarebbe un sette.
Con questo finale che divaga in maniera allucinante vi abbandono perchè è mezzanotte e Paula mi sta tirando delle occhiate poco piacevoli,
odio il fatto che non so mai come concludere

bye!

mercoledì 20 novembre 2013

Non sapevo di essre finita nel distretto quattro

Sono a fotografia fingendo di lavorare quando una ragazza vestita in abiti antichi e parrucca rosa entra in classe, ci annuncia che sorteggera` i nostri tributi per gli Hunger Games e mentre una ragazza asiatica regge la boccia di vetro estrae due nomi, ci augura che la buona sorte sia sempre a nostro favore ed esce.
L'America e` strana ragazzi.

mercoledì 13 novembre 2013

Cheerleading

Mi sembra di non stare scrivendo abbastanza, di lasciare scivolare via un sacco di momenti che non torneranno mai più solo perchè non ho voglia di fermarli scrivendo, e questo è un peccato. Dunque mi sono ripromessa di fare post più brevi, anche solo per scrivere qualche cazzata successa durante la giornata o pensieri random. Prima di iniziare però volevo farvi una domanda, se faccio un video da postare su youtube in cui spiego come funziona il sistema scolastico americano a qualcuno interessa? Non che mi importi molto della risposta che non riceverò visto che qui nessuno commenta mai (siete creature orribili), probabilmente lo farò lo stesso giusto per divertimento, chissenefrega se non lo guarda nessuno <3
Comunque, prima di passare a raccontare le mie giornate a casaccio invece di limitarmi agli avvenimenti importanti volevo narrarvi la mia esperienza con cheerleading, here we go. Nel post precedente avevo accennato di essere andata alla riunione informativa, ma prima facciamo una premessa.
Sono arrivata qui decisissima di fare uno sport per non diventare una balena rotolante e perchè fin da subito non volevo
oddio c'è un micronde che sfrigola in modo minacciosissimo alla mia sinistra aiuto
No, adesso qualcuno mi spiega perchè Derrick alle 4:40 del pomeriggio sta riscaldando nel microonde più sporco sulla faccia della terra quelle che sembrerebbero patatine ricoperte di bacon e formaggio. Gli ho appena chiesto una spiegazione e mi ha risposto "They are *gesto finto italiano in cui ci si bacia la punta delle dita*", okay

Cosa stavo dicendo? Ah si, fin da subito avevo deciso di non voler sprecare nemmeno un secondo qui, ma come credo di avere già detto se fai sport non puoi essere nei club e ho optato per i club. Ragazzi, pessima scelta, davvero. Non fate il mio errore.
Tralasciando il fatto che ho messo su tre chili (voglio piangere) non ne vale la pena. Lo sport è il modo migliore per integrarsi e fare amicizie, e anche se non sono una disadattata lo stesso se solo tornassi ad Agosto firmerei subito quei benedetti fogli di cross country che sono stati nel mio raccoglitore per settimane in balia dell'indecisione.
Comunque ero e sono decisissima di fare uno sport invernale e appena ho saputo che le selezioni per cheerleading erano aperte io e Carla abbiamo drizzato le orecchie. Sul serio, vi viene in mente qualcosa di più americano? Come posso fare un anno qui e non provarci nemmeno? Anche perchè sin dalla prima partita di football ero rimasta colpitissima.
Nell'immaginario europeo la cheerleader è la biondina popolare che se la tira tantissimo e si limita a sculettare a bordo campo mentre flirta con qualche giocatore di football. Non era quello che mi aspettavo perchè non ho mai dato tanto peso agli stereotipi, però non mi aspettavo cheers perfettamente coordinati che coinvolgono tutti gli studenti o ragazze che vengono lanciate in aria durante le coreografie con una grazia e precisione incredibile.
Alla riunione informativa la coach parlava in modo entusiastico e ci ha spiegato cosa significa davvero essere in squadra. Prima di tutto cheerleading è uno sport che implica fatica, prende un sacco di tempo e richiede pratica e costanza. Gli allenamenti sono quattro giorni a settimana per due ore senza considerare attività extrascolastiche come visite alle scuole, raccolte di fondi lavando macchine o altro e volontariato. Come disse Sundas "Cheerleading? Priscilla is a cherleader, you know her, right? She doesn't have time to hang out with me anymore since she joined the team."
Quindi si, cheerleading è uno sport che richiede fatica, sacrifici e un sacco di tempo, ma è molto di più. Prima di tutto visto l'impegno che richiede, una cheerleader non può semplicemente permettersi di andare male a scuola, quindi per essere accettata devi avere voti molto alti e non devi essere il tipo di persona che fa casino e si caccia nei guai. Ho già parlato dello school spirit e di quanto sia importante per gli americani, quindi immaginate come venga considerata la ragazza che è la sua rappresentazione umana. Ci si aspetta da te che tu sia un modello di riferimento per tutti gli altri studenti, quindi mettete via lo stereotipo della cheerleader stronza, Sadie di Diario di una Nerd Superstar e Santana di Glee semplicemente non esistono. Se c'è una cosa che la coach ha sottolineato millemila volte è che vuole una squadra simpatica e piacevole. Alzi la mano chi è entusiasta di tifare per la propria scuola quanto a incitarlo sono delle ragazze simpatiche come una gomitata negli stinchi che guardano gli spalti con superiorità invece di sorridere. Nessuno? Sì esatto, nessuno.
Per questo durante i loro numeri non smettono un secondo di mostrare trentadue denti, per questo i professori chiuderanno un occhio molto meno facilmente in caso tu faccia qualcosa di sbagliato e per questo la coach ci ha fatto una ramanzina di mezz'ora quando qualcuno le ha riferito che una ragazza della squadra aveva parlato male di un'altra ragazza dicendo che era stupido che si presentasse ai provini perchè non ce l'avrebbe mai fatta.
In ogni caso io, Carla e Stefanie abbiamo deciso di buttarci e martedì ci siamo presentate ai tryouts.
Il primo giorno erano alle tre e mezza quindi ci siamo portate il cambio e abbiamo aspettato a scuola invece di andare a casa e tornare. Erano obbligatori i pantaloncini, sono andata in bagno a cambiarmi dopo le lezioni e sono morta di freddo per due ore, evviva. Ero stanca morta perchè il giorno prima mi era toccato di nuovo il neonato finto di child development che ha pianto fino all'una di notte impedendomi di dormire, mentre la mattina seguente avevo come sempre la sveglia alle 5:50, yay. Mi rendo conto che non ho ancora parlato del progetto in cui bisogna prendersi cura del bambino finto, si. Prima o poi lo farò. Forse.
In ogni caso il succo e` che ero davvero stanca. Alle tre e mezza ci siamo dirette in palestra dove abbiamo trovato qualcosa come una trentina di altre ragazze, che ansia. Dopo dieci giri di corsa per la per la palestra, che per inciso ha più o meno la circonferenza di Saturno, le ragazze già nella squadra hanno iniziato a insegnarci i cheers e qui le cose hanno iniziato ad andare per il verso sbagliato.
Ora, ragazze mie, io capisco che voi facciate il balletto della Richland Fight Song (inno della scuola, ndr) tre volte a partita e che probabilmente potete replicare i movimenti perfettamente anche quando mentre dormite vi rigirate nel letto, però qui c'è gente che non solo non l'ha mai visto ma nemmeno conosce le parole o la musica della canzone. Quindi magari se non ci mostrate insieme dieci movimenti senza nemmeno rallentare per spiegarli o farci vedere come posizionarci per poi pretendere che riusciamo a ricordarli e sapere dove inserirli nella canzone è meglio. Che poi la ragazza che guidava il mio gruppo continuava a girarsi e chiedere "Can we go on?"
NO CHE NON POSSIAMO machecazzo secondo te come faccio a ricordarmi tutto questo? Okay non sei tu il coach, ma se io dovessi insegnare una lunga coreografia a delle persone che non hanno mai fatto qualcosa di simile in vita loro prima la farei qualche volta velocemente e lentamente per fare capire come dovrebbe venire fuori, poi insegnerei un movimento alla volta facendo bene vedere in che posizione mettere gambe e braccia e come passare da una mossa all'altra, altrimenti come faccio a capire cosa devo fare? Continuava a guardarci stupita come se fosse assurdo che non capissimo e ogni volta che chiedevamo di rispiegare qualcosa nemmeno rallentava, okay. Poi abbiamo iniziato i cheers e anche qui c'è da dire che la metà dei presenti prima di provarli li aveva visti per anni alle partite di football. Però non potete cercare di insegnarci una coreografia di tre minuti e quattro cheers insieme, senza nemmeno fermarsi a farceli capire, pensando di non mandarci in confusione. E si, magari suonano come scuse, però io ammetto perfettamente che faccio schifo quando si tratta di ballare, non ho memoria, ritmo e sembro un polipo sui pattini. Magari è normalissimo insegnare in questo modo e il problema sono io, ma ho fatto più di una volta danza nella mia vita ed era stato completamente diverso.

No aspettate, Derrick si è appena affacciato alla mia stanza e mi fa "Hai fatto di nuovo Miley Cyrus in bagno? No perchè gli shampoo sono ribaltati ovunque, smettila con quella wrecking ball"
AHAHAHAHAHAHA lo amo, basta. Questo perchè essendo in sei in famiglia abbiamo una decina di flaconi di shampoo/balsamo/bagnoschiuma e prima lui mi fa "Ma ti diverti sotto la doccia a prendere a calci lo shampoo? E' sempre dappertutto!", gli ho risposto che mi limito a giocarci a bowling e dopo la doccia di stasera ha trovato di nuovo casino. O almeno questo è quello che dice lui.
Okay basta interruzioni, giuro.
In ogni caso finiti gli allenamenti (due ore, si) sono dovuta uscire dalla palestra in pantaloncini ed era così freddo che riuscivo a vedere il mio fiato. Ho divuto aspettare Paula tantissimo tempo e quando stavo per andare in ipotermia è arrivata ma siamo state in macchina più di un'ora perchè doveva dare un passaggio a suo fratello a Spokane. E considerate che io avevo avuto più o meno quattro ore di sonno, due di sport dopo essere senza muovermi mesi e avevo una valanga di compiti, un test e due progetti da finire. Infatti non sono nemmeno riuscita a provare i cheers, ha mangiato instant noodles in un minuto e mezzo e ho dovuto lavorare fino a tardi per poi lanciarmi sul letto a un orario improponibile.
Il giorno dopo sono dunque andata a scuola gonfia di acido lattico, con gli occhi che si chiudevano da soli e con la prospettiva di almeno altre due ore di allenamento <3
Dopo scuola sono andata a casa e appena i miei piedi hanno sfiorato la moquette sono corsa ad accendere il pc e a riguardarmi il video dei cheers provando senza interruzione per due ore, non avevo molta scelta visto che il giorno prima non avevo capito nulla e avevo bisogno di imparare.

Ridete pure, fate solo bene. Cosa mi tocca fare per imparare quella dannata canzone.
Provate a dire che non mi sono impegnata.

Alla fine del mio allenamento Paula mi ha riportato a scuola e ho avuto altre due ore di pratica alla fine delle quali siamo stati smistati in tre team: bianco, oro e verde.
Giusto per darvi un'idea, nel team verde c'erano Stefanie e le altre ragazze in grado di fare salti perfetti e che sapevano tutti i movimenti, nel team oro Carla e le ragazze che se la cavavano abbastanza bene e nel team bianco le ragazzine di prima che dimostrano otto anni, le obese, le ragazzine obese che dimostrano otto anni e io. Traete voi le conclusioni.
Sono tornata a casa stanca come non lo ero mai stata ma di nuovo non ho potuto riposarmi per via dei compiti che il destino ha piazzato tutti proprio in quella settimana per testare la mia resistenza.
Il giorno dopo era il giorno in cui finalmente saremmo state giudicate e ammesse o scartate, ma non ci vuole una mente particolarmente sviluppata per capire che il team bianco era già fuori in partenza. E infatti quando dopo avere ripassato è arrivato il momento del giudizio la coach non ci ha praticamente guardato. Devo dire che me la sono un po' presa con le mie compagne.
Le cose che dovevamo fare erano semplicemente tre:
- Sorridere e sembrare entusiaste
- Fare movimenti decisi e sciolti anche se non eravamo sicure dei passi
- Urlare i cheers come ci hanno insegnato negli esercizi di respirazione
Io sinceramente in quei tre giorni è già tanto se ho avuto il tempo di respirare ed ero così concentrata per capire le mosse che non sono riuscita a imparare tutti i testi di tutte le canzoncine, anche perchè mentre una decina di ragazze urlano con te non ce n'è poi così bisogno, puoi anche tranquillamente storpiare le parole e nessuno se ne accorge. E invece no, tranne una sono state tutte zitte. Ma perchè santo cielo? E io non potendo semplicemente improvvisare mi sono ritrovata quindi a cantare a scatti mancando cosi` il punto più importante del provino. Che sfiga.
Non dico che se non fosse per loro mi avrebbero presa, ma dopo tutto l'allenamento i passi più o meno li sapevo e li so ancora, insieme alla Richland Fight Song che credo mi porterò nella tomba. Se solo non avessi fatto la figura dell'idiota che nemmeno ci sta provando durante i cheers avrei sicuramente avuto molte più possibilità. Santo cielo, voi parlate inglese! Io con un sacco di canzoni ho fatto fatica a capire le parole e forse è colpa mia, ma voi che siete in una scuola americana e le sentite da anni a ogni santa partita, cosa venite a fare ai tryouts se poi state zitte come se non vi importasse?
E infatti siamo state scartate tutte insieme, mentre Carla e Stefanie fanno allegramente parte del team. Yay.
Ora non mi metterò a fare l'ipocrita e dire che tanto non ci tenevo e non ci sono rimasta male ma amen, pazienza. Mi sarebbe piaciuto da morire essere nel team più che altro per riuscire a immergermi il più possibile nell'ambiente americano, ma se dopo tutto questo allenamento non sono nemmeno stata degna di essere guardata negli occhi dalla coach mentre venivo scartata forse non è lo sport giusto per me, forse spingere i propri limiti in questo modo è stupido e devo riconoscere di non essere in grado di fare tutto. Anzi, se dobbiamo dire la verità non sono e non sono mai stata in grado di fare praticamente niente, ma l'autostima che sto maturando quest'anno forse mi ha solo portato ad ambire a qualcosa di impossibile, non so.
E con questa nota malinconica chiudo, ma sappiate che non mi arrendo lo stesso e troverò uno sport da fare quest'inverno.

lunedì 11 novembre 2013

Halloween

In questo momento sono a US history e dovrei prendere appunti sui rapporti tra Stati Uniti America Latina ma la trovata di Mr. Mason di mettere musica durante le lezioni mi impedisce di concentrarmi sul libro, quindi cazzeggio un po' mangiando m&m's. (Sapete che in America puoi mangiare in classe e nessuno ha mai nulla da obiettare?) Sono reduce da Halloween, festività che gli americani prendono molto sul serio. È da settimane che ci sono decorazioni ovunque, Walmart ha tirato fuori i costumi e tutti organizzano feste. 
Il mio Halloween è iniziato martedì con una "festa" del French Club, ovvero semplicemente noi che dobbiamo portare il cibo e rimaniamo seduti tutto il tempo a giocare a bingo, che emozione. Ah, vi ho mai detto che la prof di francese è l'unico essere umano oltre a me che parli italiano nel raggio di chissà quanti chilometri? Devo dire che la prima volta che Ashley mi ha informata della presenza di un'altra italiana non sono rimasta molto colpita visti tutti gli americani (tanti, ve lo assicuro) che mi fanno "Cool, I'm italian too!" anche se poi salta fuori che non parlano italiano, non sono mai stati in Italia e le loro origini italiane si fermano alla nonna materna. 
Ecco, sto già divagando. Comunque avevo delle calzamaglie con ossa stampate sopra, una gonna nera a vita alta rubata ad Ashley e una canottiera con ossa. A metà festa io, Stefanie Carla siamo fuggite all'incontro informativo su cheerleading, ma questa è un'altra storia. 
Giovedì ad Halloween la scuola era mezza impazzita e io ero vestita come martedì. 

 Corridoi alla Richland High. Non si capisce più di tanto dalla foto, ma la carta sulle luci faceva davvero un inquietantissimo effetto unito alle pareti nere macchiate di sangue

In alto sinistra, davanti al banchetto del main office (dove devi andare a fare la giustificazione se sei in ritardo): "if you dare to be late you must accept your fate" AHAHAHAHAHA amo questa scuola, la amo.

Arrivata ho aperto l'armadietto per la prima volta da settimane cercando di infilarci dentro due crostate (dopo spiegherò il perchè) mentre i pochi studenti nell'edificio 3000 alle sette e mezza mi guardavano stupiti, e lasciatevi dire che è stato parecchio difficile visto che già conteneva qualcosa come quattro raccoglitori inutilizzati e il vaso di vetro dei fiori di Ali che non ho mai portato a casa. 
In caffeteria delle ragazze truccavano gli studenti da zombie, travestimento che la scuola aveva incoraggiato mettendo volantini ovunque. Giuro di non aver mai visto così tanti morti viventi in una volta sola.
Durante le lezioni oltre agli zombie ovunque ho avuto l'onore di trovare un teletubbies nella mia classe di fotografia, un Mr Mason/Indiana Jones, una Crudelia De Mon a child development, una ragazza bacon (sì, sul serio) a pranzo e tanti altri personaggi interessanti. Dopo scuola il green club si è riunito in cafeteria per una festicciola, quindi ho recuperato le mie crostate e una volta arrivata al tavolo ci siamo resi conto che nessuno aveva un coltello, evviva. In qualche modo siamo riusciti a mangiare comunque e mi sono allegramente rimpinzata di brownies, finta pizza e patatine, poi abbiamo giocato a un gioco in cui uno è un personaggio e deve indovinare la propria identità facendo domande, pretty funny. Finita la riunione del green club sono andata a casa di Sundas e Sumbal (vi avevo detto che Sundas, la ragazza che avevo conosciuto la seconda settimana in America è la presidentessa del green club?) per la parte migliore di Halloween, il trick or treating. Abbiamo intagliato una zucca a forma di Jack Skeletron chiacchierando un po', poi hanno invitato un'amica, ci siamo truccate, un altro ragazzo del quale ho dimenticato il nome ci ha raggiunte e siamo uscite.

Sei bellissimo Jack <33

Mentre io ero esaltata come una bambina di otto anni e ci mancava poco che mi mettessi a saltellare abbiamo iniziato il giro del quartiere, ogni dieci secondi chiedevo a Sundas "What's that?" tirando fuori caramelle americane che non avevo mai visto e che con la scusa di assaggiare mi sono messa a mangiare mentre ancora eravamo in giro, poi siamo passate dalla haunted house che la famiglia di Stefanie aveva messo su. Una sola parola: awesome.
Davvero, io vorrei trovare un modo di esprimere per bene cosa voglia dire entrare in questo modo nella cultura americana sperimentando una festa che in italia viene ignorata, ma semplicemente non c'è. Le facce sorridenti che si affacciano alle porte porgendoti caramelle e augurandoti buon halloween, il cuginetto di Sundas che si ritrae spaventatissimo quando mi avvicino a lui, il camminare nel bel mezzo della strada in compagnia di mostri, cowboys e alieni, l'infantile eccitazione nel sentire le tue caramelle che diventano sempre più pesanti, il cielo che si scurisce mano a mano che suoni tutti i campanelli del quartiere. E poi le case infestate, santo cielo. Okay, ho capito che gli americani hanno la mania delle decorazioni e spendono valanghe di soldi in futilità, però certe volte riescono davvero a stupirti.
Entrati dalla porta sotto al portico ci siamo ritrovati in un corridoio completamente nero con una luce bianca in stile discoteca che sparaflesciava dieci volte a secondo, ovunque ti girassi c'erano ragnatele, chiazze di sangue e ossa. Avanzando nel percorso attori vestiti da mostri e scheletri sbucavano all'improvviso per spaventarti, la parte divertente è che conoscendoli quasi tutti invece di sobbalzare ero tutta contenta a cercare invano di iniziare una conversazione sopra alla musica inquietante di sottofondo. Non ho bene capito chi sia stato a truccarli, ma hanno fatto davvero un lavoro grandioso. Più avanti c'era una tavola da pranzo alla quale ragazze vampiro tra le quali Megan mangiavano quello che mi pare fosse un corpo umano, Carla legata ad un carro che strillava "help me!" con un uomo incappucciato dietro di lei, una gabbia con qualcuno che strillava dentro, e alla fine del percorso uscivi dal portico e ottenevi le tue caramelle. Awesome.
Finito il nostro giro siamo tornate a casa e ci siamo messe a guardare il film di Lizzie McGuire. Si, sul serio. A quanto pare è qualcosa che tutte le ragazzine americane hanno visto ed essendo ambientato lì è in gran parte la fonte di quello che le americane pensano sull'Italia, quindi mi hanno detto che dovevo assolutamente vederlo anche se più che altro stavamo chiacchierando e iniziando a dimezzare le caramelle. Dopo non molto purtroppo è arrivata Paula e masticando milky way e butterfingers sono tornata a casa.
Il giorno dopo finita la scuola sono tornata di nuovo a casa di Sundas e siamo andate alla festa di halloween di Mallory, l'altra ragazza che avevo conosciuto in quell'uscita al bowling il mio secondo week end qui e con cui non avevo avuto più nessun contatto. Io ero uno scheletro per il terzo giorno di seguito (si, li ho lavati i vestiti) mentre Sundas era una principessa pachistana e Sunbal una jersey girl con tanto di collana gigante e pantaloni leopardati.


Dopo la festa siamo tornate in macchina con Senna (una ragazza simpaticissima che già conoscevo perchè era nella mia squadra nel powderpuff game) a casa di Sundas per poi dormire lì. Abbiamo parlato un sacco e anche se non vi racconterò di cosa essendo fatti abbastanza privati mi è piaciuto molto confrontarmi con lei, è strano sondare la mentalità musulmana in una ragazza americana e la ammiro perchè è davvero intelligente e ha un modo di pensare molto diversa dal solito, mi piace il modo in cui è così coerente con quello in cui crede anche se le sue idee non sono poi così comuni. Scoprire mentalità completamente diverse da quello a cui sei abituata è una delle parti dell'esperienza che mi piacciono di più, ti apre davvero la mente.
In ogni caso il mattino dopo sono tornata a casa e mi sono dovuta preparare di nuovo. Machecazzo, come è possibile che io che passo la vita qui a rotolarmi nel far nulla mi sia ritrovata incartata in tre feste nello stesso giorno? Non ho mai nulla da fare e quando c'è qualcosa di divertente in programma finisco per dovere rinunciare sempre a qualcos'altro, evviva. Le possibilità erano una festa con degli amici di Carla, un'altra con Erin e una a casa di Andre e per via di certi inconvenienti tecnici ho optato per Andre. Questa volta nel tentativo di fare qualcosa di più specifico ho cercato di imitare Lady Gaga e Rick Genest nel video di Born This Way, ritrovandomi con i capelli rosa. Che poi Lady Gaga nemmeno mi piace, ma dettagli.
Arrivata da Andre di nuovo mi sono stupita davanti all'esagerazione americana quando si tratta di decorazioni e mi pento di non avere foto. Tutte le finestre della casa erano coperte da quelli che credo fossero fogli di cartoncino con immagini inquietanti, alcuni neri con scritte help in rosso e mani insanguinate, altre con occhi che guardano la strada e via dicendo. All'interno era pieno di ossa, ragnatele, scheletri, oggetti che ridevano o urlavano quando ci passavi vicino. Vorrei dare un'idea più chiara del concetto di esagerazione, ma davvero mi riesce difficile, credetemi sulla parola.
Stefanie e Carla erano due hippie, (Carla tra l'altro stava usando i miei pantaloni afghani non avendo un costume) Andre e Lucas due zombie e tra gli ospiti erano presenti una mucca, un militare, Marilyn Monroe, cowboys, cameriere e chi più ne ha più ne metta.
Senza starvi a spiegare il motivo se devo dire la verità sono tornata a casa con il morale un po' sotto ai piedi per via di certe cose, ma come sempre da due mesi mi sono impedita di deprimermi e mi sono comunque divertita. Il momento migliore della serata è stato quando al piano di sopra abbiamo giocato a una versione alternativa del gioco dell'assassino, ovvero ognuno dei più o meno 25 partecipanti pescava una carta e due avevano il ruolo di ispettore e assassino. Con le luci spente (anche se si vedeva benissimo lo stesso) l'assassino doveva ucciderci senza farsi notare, il detective doveva scoprirlo e i morti si limitavano a giacere per terra nel modo più scenografico possibile, mentre tutti gli altri cercavano di essere inquietanti quanto la musica in sottofondo.
E questo è stato il mio Halloween, il primo e probabilmente ultimo della mia vita. Come ha detto Paula una sera vedendomi uscire di casa truccata da scheletro per la terza volta, "Sta solo cercando di recuperare 17 anni di halloween mancati".
E' stato grandioso, perchè sotto alle tante somiglianze tra gli Stati Uniti e l'Europa non è facile intravedere la vera America, quel paese fiero e unico in cui mi sono ritrovata a vivere e di cui ho avuto degli sprazzi così raramente. Ho visto la vera America nel momento in cui durante un temporale Derrick è corso fuori sotto la pioggia a salvare la bandiera, nel momento in cui ho messo per la prima volta piede alla Richland High, ogni mattina quando tutta la scuola si alza in piedi e con la mano destra sul cuore recita il giuramento, l'ho vista guardando negli occhi un americano che parla con fierezza del proprio paese e nelle facce sorridenti dei bambini travestiti da mostri.
E no, non mi sto innamorando dell'America come molti exchange fanno con il proprio paese ospitante, ma mi sto semplicemente innamorando di tutte le diversità che riesco a cogliere rispetto a quello alla quale sono sempre stata abituata, alla bellezza nascosta che c'è sotto a quello che gli ignoranti ritengono solo il paese dei fast food e della finta vita da serie tv.
Interrompendo il flusso di pensieri prima di ritrovarmi a scrivere quindici pagine adesso è tardi e devo spegnere, buonanotte Italia.

Homecoming, spirit week e powderpuff game

Si, lo so che non scrivo abbastanza e dispiace anche a me ma davvero ho pochissimo tempo, quindi rimando il post sul secondo mese perchè voglio raccontarvi un po' di cose che sono successe da quando ho aggiornato l'ultima volta, via con il post più lungo della storia.
Prima di tutto un sacco di tempo fa sono andata con l'host family a Leavenworth, una allegra cittadina nella quale gli abitanti finti tedeschi festeggiano l'Oktoberfest per strada. Devo dire che l'Oktoberfest non ha molto senso quando non puoi bere birra e andandoci mi sono anche persa un compleanno e un'uscita con due amiche di american lit, damn.
Il 21 Ottobre poi alla Richland High è iniziata la Spirit Week, ovvero la settimana di preparazione all'Homecoming con un codice di abbigliamento diverso ogni giorno. Lunedì era il Lazy Day e i corridoi erano pieni di studenti in tuta, pigiami e quella specie di ridicolissimi pigiami interi che sembrano una tutine da neonato, alcuni si sono anche portati dietro cuscini e coperte. Io ho bellamente buttato al vento la mia dignità presentandomi con i miei pantaloncini del pigiama con le rane <3

Nel bel mezzo del corridoio con il mio bellissimo pigiama. Si, la mia faccia è censurata, c'è un buon motivo.

Dopo scuola ho avuto il primo allenamento con le powderpuff (il powderpuff game è una partita Seniors contro Juniors in cui le ragazze giocano a football mentre la squadra di football tifa vestita da cheerleaders, sono corsa ad iscrivermi appena ne ho sentito parlare). Ovviamente sono arrivata in ritardo e ho cercato di raggiungere il campo accorciando i tempi passando in mezzo alla scuola facendomi quasi chiudere dentro. Ho dovuto fare il giro due volte perdendo quasi un quarto d'ora, mi sono ritrovata davanti a tre campi senza sapere quale fosse il mio e ho trovato quello giusto solo al terzo tentativo accumulando un ritardo di mezzora e saltando la spiegazione delle regole. Yay.
Martedì, twin day, è stata una giornata pienissima, io e Carla siamo arrivate a scuola con pantaloni, vans nere e una camicia con dinosauri che abbiamo comprato al mall domenica. Dopo scuola abbiamo intagliato zucche all'international club e poi io e Carla ci siamo semiperse nel tentativo di cercare Stabucks (che alla fine abbiamo trovato) o un posto dove passare qualche oretta perchè alle sei avevamo allenamento di nuovo e non volevamo tornare a casa.
Mercoledì era "Where is Waldo" day, dovevamo vestirci a strisce e cercare Waldo nascosti nella scuola, poi alle sei Powderpuff game. Ho avuto qualche problema a causa dell'orario, ma come un angelo sceso dal cielo Megan è passata a prendermi e mi ha portata a scuola in macchina in tempo. Abbiamo fatto la foto per l'annuario, mi sono resa conto che non avevo preparato la mascherina per i denti, quindi io è Aureliane abbiamo provato a sistemarle dal bagno all'ultimo minuto con il solo risultato di ustionarci le mani, poi la partita è iniziata. Le cheerleaders erano meravigliose, mi sono innamorata di tutte. Erano ragazzi mezzi nudi con imbarazzanti parrucche che strillavano con voce femminile e giuro che facevano morire dal ridere. 

Parte dello spettacolo delle cheerleaders nella pausa tra il primo e il secondo tempo. Li amo tutti.

Se consideriamo che l'unica volta che ho toccato la palla è stato quando è caduta di mano al coach e gli l'ho restituita, la partita è andata bene e comunque mi sono divertita, conoscendomi è incredibile come abbia giocato senza entrare in panico nemmeno un po' iscrivendomi senza praticamente sapere le regole del football. E' davvero strana l'emozione che si prova giocando di fronte a tutta la scuola con delle cheerleaders maschili che tifano per te, cercare con lo sguardo i tuoi amici sugli spalti e renderti conto delle centinaia di persone che ti stanno guardando. Alla fine della partita, ovvero quando abbiamo vinto e ho smesso di correre a casaccio per il campo fingendo di sapere cosa stessi facendo mi è presa una sensazione davvero strana. Yuriy e Ive sono scesi in campo e io guardando l'edificio della scuola con la gigantesca scritta "bombers" in verde mi sono ricordata di quando ho letto quella parola per la prima volta il giorno in cui mi hanno assegnato la famiglia mentre con google maps cercavo di immaginare la mia vita a Richland. Con addosso la divisa rosa dei Seniors, con due amici che un mese e mezzo prima non avevo mai visto e nemmeno vivevano nel mio stesso stato, il freddo che condensava il mio respiro in nuvolette e l'edificio scolastico immerso nel buio qualche centinaio di metri più avanti mi è presa davvero una sensazione di irrealtà. Due mesi fa mi sarei iscritta a questa partita non conoscendo praticamente nessuno della mia squadra, sapendo che sarei stata vista da duemila studenti e senza nemmeno sapere le regole? Senza staccare gli occhi dalla scritta bombers in verde nel giro di dieci secondi ho ripensato a tutte le aspettative che avevo prima di venire qua, a quello che mi aspettavo e a quello che mi ha sorpresa, ho ripensato a quando è arrivata la telefonata che mi ha informato sulla famiglia e mi sono messa a correre per la casa urlando mentre Francesca faceva considerazioni inutili sui pantaloncini da tennis, alla prima volta che ho parlato con Ashley su facebook e alla prima volta che ho visto la scuola dal vivo.
Sono emozioni che semplicemente si devono provare per essere capite fino in fondo. E per quanto non sia ancora felice qui nonostante la stabilità, per quanto non sia capitata nella migliore scuola o nello stato che avrei voluto mi rendo conto di quanto scegliere di buttarsi in quest'anno sia stata la decisione migliore che potessi fare.

Seniors a fine partita <3

In ogni caso giovedì è stato il Jersey day, quindi mi sono fatta prestare una maglietta da Derrick. Per chi non lo sapesse (io due settimane fa compresa) "jersey" sono le magliette sportive di una squadra, sinceramente non mi viene in mente un termine italiano con cui tradurre. Venerdì era anche la giornata dell'homecoming game, ovvero la grande partita di football che conclude la Spirit Week, quindi è stato il green and gold day (colori della scuola).  Mentre io cazzeggiavo allegramente con Ebba, Carla e Stefanie senza degnare la partita di uno sguardo i bombers hanno vinto di nuovo e alla fine della partita si sono spente le luci e sono partiti i fuochi d'artificio mentre in una scena che sembrava uscita da un telefilm tutta la scuola è corsa giù dalle gradinate, scavalcando la recinzione   (balzo di un metro e mezzo) e  radunandosi nel campo correndo. Altro momento che non sarà facile da dimenticare.
Sabato c'è stato l'Homecoming vero e proprio, ovvero il primo ballo dell'anno. In teoria bisognerebbe andarci con un date, ovvero dovresti essere in coppia con qualcuno di sesso opposto, ma l'unica persona che mi ha chiesto di andare con lui è stato Ali in parecchie situazioni imbarazzanti. Prima me l'ha proposto una decina di volte inserendolo a caso nei discorsi come se mi stesse chiedendo di andare a prendere una merendina alle macchinette quando in teoria dovresti chiederlo in modo carino, come ad esempio ha fatto Derrick con la sua date mettendo un bigliettino in un cupcake. 
Poi un giorno si è presentato a letteratura con un mazzo di rose rosse, il che mi ha lasciato abbastanza perplessa visto che già gli avevo detto di no. Più o meno due settimane e mezzo dopo ero a lunch e stavo mangiando quando arrivano Andre e Lucas correndo con le convulsioni dal ridere, entrambi con rose nei vestiti e tra i capelli, informandomi che Ali stava arrivando. Prima di reagire e scappare via o poter fare qualcosa è arrivato e mi si è inginocchiato davanti mentre una folla si radunava intorno. Mi ha dato due mazzi di rose rosse, uno di rose bianche e fiori a caso in un vaso di vetro, il che mi ha dato non poche complicazioni visto che quel giorno avevo anche il neonato finto di child development (cosa di cui non ho ancora parlato, ops). Se il suo piano era di farmi sentire cattiva e dire di sì non ha funzionato in ogni caso, e per quanto sia un gesto carino se ti ho già detto di no quindici volte cercare di mettermi in imbarazzo davanti a un sacco di gente non è la mossa giusta. In ogni caso i fiori nel vaso di vetro non sapendo come portarli a casa sono rimasti nell'armadietto di Stefanie per settimane, finchè lei stufa del fatto che non li avessi ancora spostati li ha distrutti insieme a Carla per scrivermi un messaggio carino nel bel mezzo del corridoio. Aw.


Tornando al discorso iniziale niente date, quindi ero in gruppo con un po' di exchange students e amici a caso che ognuno ha portato. Siamo andati a casa di Sam per mangiare e fare foto e poi ci siamo diretti al ballo.

Foto con tutti gli exchange tranne Ebba che ha cenato con il suo date e Ali. Da sinistra, Ive, io, Aureliane, Andre, Stefanie e Timo, in basso Carla e Isaac.

Io avevo comprato delle scarpe orribili e scomodissime qualcosa come due ore prima solo perchè si abbinavano al vestito e subito dopo le foto mi sono infilata un paio di comode vans, ma ho comunque passato tutta la sera cercando di respirare nel vestito di Megan decisamente troppo stretto. In ogni caso è stato divertente, abbiamo ballato tutto il tempo e alla fine siamo andati a casa di una ragazza a vedere un film. Mentre vagavo per la pista cercando qualcuno che conoscessi a un certo punto un ragazzo mi viene addosso, io lo guardo male e mi afferro la spalla, poi mi cade l'occhio sulle mie dita piene di sangue. What the heck, seriously. Mi sto ancora chiedendo esattamente cosa sia successo, ma credo di essere stata colpita da una rosa. Sul serio, quante possibilità c'erano che succedesse? A distanza di una settimana ho ancora una spalla blu, boh. In ogni caso è stato divertente, considerate i balli scolastici delle specie di discoteche in cui tutti sono vestiti bene e vieni sbattuto fuori se balli in modo troppo provocante.
Resoconto finito, anche perché questo post è decisamente diventato troppo lungo, prometto che cercherò di scrivere più spesso. In ogni caso ho aperto un tumblr per postare foto a caso e pensieri da una frase che non meritano un post intero, giusto perchè ho millemila foto che non carico da nessuna parte e un diario fotografico è sempre divertente da riguardare, anche se tumblr non mi è mai piaciuto e non so se e quanto sopravviverà.
Ora vi saluto, prometto di farmi risentire presto!

mercoledì 23 ottobre 2013

Pensieri a casaccio

In questo momento sono seduta su uno dei tavoli rotondi fuori dalla mensa, il green club è finito e sto aspettando che qualcuno mi venga a prendere. Aspettare qui da sola baciata dal sole di ottobre è particolarmente piacevole dopo tutte le mattine ghiacciate che ci sono state nell'ultimo mese, e anche se il mio odio per i fareneith mi impedisce di capire esattamente quanti gradi ci siano, uscire in giacca e sciarpa a metà settembre e avere freddo lo stesso mi sconvolge un po'.
Stavo pensando che una delle cose che l'anno all'estero mi sta insegnando è apprezzare il tempo che passo con me stessa. Se un tempo non sarei mai entrata (aiuto come si traduce join in italiano) in un'attività da sola o mi sentivo un po' persa il giorno in cui a scuola i miei migliori amici erano assenti, la solitudine iniziale che l'essere un exchange student inevitabilmente comporta mi ha insegnato ad apprezzare un semplice momento di attesa solitaria o ad essere più estroversa in mezzo a persone che non conosco invece di starmene sulle mie.
Credo che la parte più bella di questa esperienza sia rendersi conto di stare piano piano cambiando e crescendo come non avresti mai avuto occasione di fare senza buttarti in questa nuova vita. Come ho letto su un altro blog quest'estate: "Exchange is going from thinking you know who you are, to having no idea who you are anymore to being someone new. But not entirely new. You are still the person you were before but you jumped into that ice cold lake. You know how it feels like to be on your own. Away from home, with no one you really know. And you find out that you can actually do it." Ovvero, per chi non fosse un granché in inglese, exchange è passare dal pensare di sapere chi sei, al non avere più idea di chi tu sia all'essere una persona nuova, ma non completamente. Sei ancora la persona che eri prima di tuffarti in un lago ghiacciato. Sai cosa voglia dire essere da solo, lontano da casa, senza nessuno che tu conosca davvero. E scopri di potercela fare. 
Ed è una consapevolezza che ti rende dannatamente fiero, perché se ho avuto il coraggio abbandonare
tutto per un salto nel buio cosa è rimasto che non possa fare? Perché sapere che qualunque cosa succeda io posso fare sempre affidamento su me stessa, sapere che posso ricominciare con questa forza di volontà che prima nemmeno avevo mi da una sicurezza del tutto nuova. E mi ritrovo a chiedermi se ci sia qualche paese in cui si facciano sei anni di superiori in cui possa andare a fare un altro anno, considerare l'ipotesi di andare a lavorare fuori dall'Italia, o di prendere e continuare a studiare dall'altra parte dell'oceano senza che mi sembri solo un progetto fantasioso.
Credo che l'anno all'estero insegni a osare, buttarsi senza scoraggiarsi quando non ce la fai e provare di nuovo. Certo, detto così sembra fantastico, ma exchange è anche sofferenza. La sofferenza e la frustrazione del non capire, del sentirsi stupidi, del volere unirsi a una conversazione ma non riuscire a trovare le parole per esprimersi e sentirsi esclusi, le lacrime di nostalgia che ti salgono agli occhi nei momenti meno opportuni, exchange è studiare il doppio per capire la metà e passare i pomeriggi da solo rimpiangendo i tuoi amici, la tua famiglia e sì, la tua scuola. Ma è anche e soprattutto la determinazione del non volersi arrendere, il rendersi conto che ce la stai facendo e la soddisfazione del vedere gli ostacoli assottigliarsi sempre di più.
Certamente non sono perfetta o l'exchange student modello, il mio inglese non è poi così buono, non sono ancora piena di amici e dannazione non ho un date per l'homecoming ma sono ancora agli inizi di un lungo percorso ed è proprio questo che mi lascia stupita dei cambiamenti così piccoli ma così importanti che ho già fatto e sto facendo, primo tra tutti la capacità del tutto nuova del non preoccuparsi e affrontare i problemi senza andare nel panico. Sono ancora una procrastinatrice (continuo a non trovare una traduzione italiana che mi soddisfi) ripiena di pigrizia e difetti, ma l'insicurezza mi sta lentissimamente scivolando via, e non c'è nulla che potrebbe rendermi più contenta.
E sinceramente non come abbia fatto a perdermi in questo modo seguendo il filo dei miei pensieri ma adesso devo andare, alla prossima.

domenica 13 ottobre 2013

Daily routine

5:50 - Sveglia. Per dieci minuti resto a dormire sotto le coperte, maledico il mondo e rispondo agli amici italiani che mi hanno scritto durante la notte (maledico anche le nove ore di differenza, si).
6:00 - Mi alzo, faccio colazione, mi piastro i capelli, cerco i vestiti a tentoni nel buio aiutandomi con la torcia del cellulare per non svegliare Ashley e preparo qualcosa da portarmi per pranzo a scuola. Oppure più realisticamente non ho tempo, quindi uscirò di casa correndo e mi toccherà comprare il pranzo in mensa.
6:35 - Derrick si sveglia, si prepara in un minuto e mezzo e inizia a mettermi ansia perchè sono in ritardo
6:45 - Derrick esce di casa che io sia pronta o no, ma per ora non ho ancora mai perso lo scuolabus
6:50 - Salgo sul pulmino giallo che fa un giro infinito in mezzo al deserto per prendere un ragazzino e torna venticinque minuti dopo esattamente davanti a casa mia, il sole sorge e tutti gli studenti vengono caricati su, Ive sale all'ultima fermata e chiacchieriamo fino all'arrivo a scuola.

La spiazzante silenziosa bellezza del deserto la mattina presto mi rende felice di svegliarmi alle cinque e cinquanta ogni giorno, giuro.

7:35 - Arrivati alla Richland High aspetto Carla al nostro tavolo mattutino nella cafeteria, se Ali ci incrocia si ferma con noi.
7:50 - Suona la prima campanella, abbandono Ive a Studio Arts e mi dirigo verso l'edificio 2000 nella mia classe di US history. Saluto Nicole alla mia destra e Stefanie seduta dal capo opposto della classe.
7:55 - Suona la seconda campanella e Mr. Mason accende il proiettore con l'entry task, la domanda giornaliera a cui dobbiamo rispondere appena arrivati. La lascia per dieci secondi, la legge per farcela scrivere, e poi la toglie in modo che io che non so come scrivere ogni parola e avrei bisogno di guardare non riesco mai a finire. Dovreste vedere il mio foglio degli ET, è quasi divertente vedere tutte le domande interrotte a metà e una risposta a casaccio.
Quando tutti sono arrivati e hanno risposto all'ET, Mr. Mason chiede a qualcuno di leggere la sua risposta e poi iniziamo la lezione.
8:50 - La lezione finisce, mi dirigo all'edificio 1000 per fotografia.
8:55 - Inizia fotografia. Siedo al mio solito posto, saluto il mio compagno di banco Ryan e gli altri dai nomi complicati, poi arrivano Ali, Aurelienne e le due ragazze dal nome che non ricorderò mai (Christine?) con cui scambio quattro chiacchiere prima dell'inizio della lezione.
Mr. Murphy fa l'appello, ogni tanto urlando, imitando un accento o storpiando i nomi. Nell'elenco ci sono in fila Bayley e tre nomi con un "ly" alla fine, quindi l'altro giorno ha continuato l'appello lylyzzandoci tutti ("Jessily, Alexily, Isabellily, Ryanly... Oh I can't say it" "What, Mr Murphy? Cecily?" "Too much ly, Cecilyly").
9:00 - Giuramento alla bandiera, tutti si alzano in piedi e giurano con la mano destra sul cuore, io mi alzo in piedi guardandomi intorno imbarazzata o sto seduta insieme agli altri exchange kids. Ho provato ad alzarmi in segno di rispetto, ma vengo guardata male. Americani.
Guardiamo il video giornaliero, una specie di tg fatto da studenti che da il buona giornata a noi bombers e ci informa di quali club ci saranno nel pomeriggio o di iniziative/eventi, poi inizia la lezione vera e propria.
9:55 - Finisce il second period
10:00 - Sosta al bagno e corro a child development. Mi siedo al mio posto in fondo alla classe, saluto la ragazza alla mia destra della quale ho momentaneamente dimenticato il nome e Stefanie davanti a me, rispondo all'entry task e dopo avere letto qualche risposta la lezione comincia.
10:55 - Suona la campanella, è tempo del lunch A. Esco dalla classe chiacchierando con Stefanie, ci dirigiamo al suo armadietto dove tiene il suo pranzo e andiamo nella cafeteria. Se ho portato il pranzo da casa la seguo, altrimenti vado a comprarlo e poi raggiungo il mio tavolo. Seduti con noi di solito ci sono Andre, Ali, Stefanie, Megan, la ragazza dai capelli arancioni della quale non ricordo il nome, la ragazza con la frangetta, altre due, Lucas e ultimamente Aurelienne. Quasi tutti i giorni arriva qualcuno a cazzeggiare al tavolo degli exchange e chiacchiero con qualcuno di nuovo, oppure direttamente mangio al tavolo di qualche conoscente. Si mangia, si scherza, si ride per colpa di qualcosa che Ali ha detto e si cazzeggia un po'.
11-35 - Quando suona la prima campanella raggiungo l'edificio 3000 ed entro nella classe di biologia di Staley, firmo il registro e mi siedo al mio posto in seconda fila. Spesso usiamo il laboratorio per fare qualche esperimento (il che vuol dire maneggiare fegato di gallina e cose disgustose) e ogni venerdì test.
12:30 - Mentre esco dall'aula Derrick spunta sempre per primo dalla porta opposta alla mia, la sfida è colpire o spintonare l'altro e sparire prima che possa reagire, poi mi dirigo a ceramics.
12:35 - Tiro giù lo sgabello dal tavolo al mio solito posto, saluto Bayley, Jamie e Lexi e vado a prendere il mio progetto dall'armadietto, passiamo il resto dell'ora a lavorare e chiacchierare.
1:30 - Suonata la campanella salgo le scale, saluto il ragazzo ucraino che con non so quale coordinazione sta sempre scendendo le scale nella direzione opposta nello stesso momento, tappa opzionale in bagno e entro nell'ultima aula della giornata, American Lit.
1:35 - Saluto Erin, Marissa e Ali, suona la seconda campanella e Mrs. Hatcher entra facendo cominciare la lezione. Leggiamo "The Crucible", ascoltiamo una spiegazione o spesso ci ritroviamo a lavorare individualmente, il che si traduce con Ali che cerca di comunicare con Erin e Marissa e qualche risata da parte nostra mentre cerchiamo di insegnarli perchè non avrebbe dovuto portare fiori alla ragazza nella sua classe di matematica o perchè non può dire "I don't care if you have a boyfriend now, I can wait".
2:30Martedì: Suonata la campanello aspetto Stefanie fuori dall'aula e andiamo al French Club o all'Internetional Club a seconda della settimana. Giovedì: Raggiungo Carla ed Ebba con le quali vado al Green Club, che può sostituirsi con lo Spanish Club se il cibo è incluso nel programma della giornata. Lunedì/mercoledì/venerdì: quando suona la campanella corro a prendere il pulmino visto che il mio è il primo che parte e sono sempre l'ultima ad arrivare. Mi siedo accanto a Ive nel posto dietro al ragazzo ucraino (perdonami, un giorno ricorderò il tuo nome, lo giuro) e chiacchieriamo per tutto il tragitto, quando scendono ascolto un po' di musica fino alla mia fermata.
Dopo l'have a nice day dell'autista dai capelli ricci mi dirigo verso casa con Derrick che cammina a velocità sovraumana chiacchierando per due minuti e mezzo di cosa è successo nella mia giornata mentre lui mi ripropone brandelli della mia conversazione sul pulmino perchè secondo lui urlo così tanto che chiunque mi sente. Bugie.
Arrivo a casa, schivo Princess e vado a infilarmi una tuta a casaccio mentre Derrick si piazza davanti alla tv senza mai più staccarsi.
Se ho in programma qualcosa esco con gli amici, altrimenti passo il pomeriggio a fare nulla con i miei fratelli mentra Alinda cerca in tutti i modi di rubare il mio cellulare o convincermi a giocare con lei.
6:00 - Dinner time. Eh si, alle sei di pomeriggio. Non so se dipenda dal fatto che a partire dalla sveglia tutta la giornata è portata in avanti o dal fatto che tanto ho sempre fame lo stesso ma mi sono abituata subito all'orario a differenza di altra exchange come Carla che in Spagna mangia alle dieci e qui fa una cena per conto suo più tardi.
7:00 - Dopo aver procrastinato (ma esiste davvero questa parola in italiano?) tutto il pomeriggio mi decido ad aprire il mio raccoglitore bianco e il fidato iPhone/traduttore. I compiti non sarebbero difficili se non fosse per il fatto che sono in inglese, ma comunque nonostante la mia lentezza non ho grandi problemi. Il venerdì vado a tifare per i bombers al football game settimanale, il che vuol dire che non guardo nemmeno la partita mentre sono occupata a chiacchierare <3
8:00 - Derrick guarda la tv e io leggo, uso il telefono, lavoro a qualche progetto, gioco con Alinda, cucino una torta o inizio i compiti perchè qualcosa non ha funzionato nello step precedente.
8:30 - Iniziano i litigi perchè Alinda non vuole andare a letto.
9:00 - Doccia time, a cui segue qualche attività non meglio definita che sia lettura o altro.
10.30/11.00 - Vado a letto. Questo è il momento in cui in Italia inizia la giornata quindi di solito chiacchiero con qualcuno tramite whatsapp/facebook con la luce spenta, poi imposto la sveglia e vado a dormire.