mercoledì 23 ottobre 2013

Pensieri a casaccio

In questo momento sono seduta su uno dei tavoli rotondi fuori dalla mensa, il green club è finito e sto aspettando che qualcuno mi venga a prendere. Aspettare qui da sola baciata dal sole di ottobre è particolarmente piacevole dopo tutte le mattine ghiacciate che ci sono state nell'ultimo mese, e anche se il mio odio per i fareneith mi impedisce di capire esattamente quanti gradi ci siano, uscire in giacca e sciarpa a metà settembre e avere freddo lo stesso mi sconvolge un po'.
Stavo pensando che una delle cose che l'anno all'estero mi sta insegnando è apprezzare il tempo che passo con me stessa. Se un tempo non sarei mai entrata (aiuto come si traduce join in italiano) in un'attività da sola o mi sentivo un po' persa il giorno in cui a scuola i miei migliori amici erano assenti, la solitudine iniziale che l'essere un exchange student inevitabilmente comporta mi ha insegnato ad apprezzare un semplice momento di attesa solitaria o ad essere più estroversa in mezzo a persone che non conosco invece di starmene sulle mie.
Credo che la parte più bella di questa esperienza sia rendersi conto di stare piano piano cambiando e crescendo come non avresti mai avuto occasione di fare senza buttarti in questa nuova vita. Come ho letto su un altro blog quest'estate: "Exchange is going from thinking you know who you are, to having no idea who you are anymore to being someone new. But not entirely new. You are still the person you were before but you jumped into that ice cold lake. You know how it feels like to be on your own. Away from home, with no one you really know. And you find out that you can actually do it." Ovvero, per chi non fosse un granché in inglese, exchange è passare dal pensare di sapere chi sei, al non avere più idea di chi tu sia all'essere una persona nuova, ma non completamente. Sei ancora la persona che eri prima di tuffarti in un lago ghiacciato. Sai cosa voglia dire essere da solo, lontano da casa, senza nessuno che tu conosca davvero. E scopri di potercela fare. 
Ed è una consapevolezza che ti rende dannatamente fiero, perché se ho avuto il coraggio abbandonare
tutto per un salto nel buio cosa è rimasto che non possa fare? Perché sapere che qualunque cosa succeda io posso fare sempre affidamento su me stessa, sapere che posso ricominciare con questa forza di volontà che prima nemmeno avevo mi da una sicurezza del tutto nuova. E mi ritrovo a chiedermi se ci sia qualche paese in cui si facciano sei anni di superiori in cui possa andare a fare un altro anno, considerare l'ipotesi di andare a lavorare fuori dall'Italia, o di prendere e continuare a studiare dall'altra parte dell'oceano senza che mi sembri solo un progetto fantasioso.
Credo che l'anno all'estero insegni a osare, buttarsi senza scoraggiarsi quando non ce la fai e provare di nuovo. Certo, detto così sembra fantastico, ma exchange è anche sofferenza. La sofferenza e la frustrazione del non capire, del sentirsi stupidi, del volere unirsi a una conversazione ma non riuscire a trovare le parole per esprimersi e sentirsi esclusi, le lacrime di nostalgia che ti salgono agli occhi nei momenti meno opportuni, exchange è studiare il doppio per capire la metà e passare i pomeriggi da solo rimpiangendo i tuoi amici, la tua famiglia e sì, la tua scuola. Ma è anche e soprattutto la determinazione del non volersi arrendere, il rendersi conto che ce la stai facendo e la soddisfazione del vedere gli ostacoli assottigliarsi sempre di più.
Certamente non sono perfetta o l'exchange student modello, il mio inglese non è poi così buono, non sono ancora piena di amici e dannazione non ho un date per l'homecoming ma sono ancora agli inizi di un lungo percorso ed è proprio questo che mi lascia stupita dei cambiamenti così piccoli ma così importanti che ho già fatto e sto facendo, primo tra tutti la capacità del tutto nuova del non preoccuparsi e affrontare i problemi senza andare nel panico. Sono ancora una procrastinatrice (continuo a non trovare una traduzione italiana che mi soddisfi) ripiena di pigrizia e difetti, ma l'insicurezza mi sta lentissimamente scivolando via, e non c'è nulla che potrebbe rendermi più contenta.
E sinceramente non come abbia fatto a perdermi in questo modo seguendo il filo dei miei pensieri ma adesso devo andare, alla prossima.

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