domenica 28 settembre 2014

Ritorno a casa

Non sono mai stata una persona da pianti, ma nell'ultimo periodo credo di essermi disperata più di quanto non abbia mai fatto in vita mia. La sera in cui sono partita ho pianto silenziosamente mentre salutavo con lo sguardo la città, fino ad addormentarmi. Sorridevo con gli occhi lucidi leggendo la lettera di Carla, che mi aveva dato al mio compleanno facendomi promettere di aprirla solo sull'aereo. Arrivati a New York, dove siamo stati quattro giorni, ho pianto in taxi con la testa contro il finestrino quando mia madre ha fatto un riferimento alla mia famiglia ospitante, e di nuovo sul cuscino quando in hotel è arrivata l’ora di andare a dormire. Sono stata tranquilla per i quattro giorni nei quali sono stata con la mia famiglia a New York, poi sono stata di umore orribile sull’aereo per Milano e quando per la prima volta, uscita dalla stazione centrale, ho rivisto la mia città. Pensavo che sarei stata felice di vedere Milano, ma mi sbagliavo. 
Sono arrivata a casa con una sensazione di intontimento e dopo avere fatto due passi in casa sono scoppiata a piangere di nuovo, per poi asciugarmi le lacrime e fare finta di nulla quando sono arrivati mia madre e mio fratello. La prima cosa che ho fatto è stata andare in camera mia e tirare fuori la bandiera americana intenzionata a metterla sulla parete, ma poi mi sono resa conto che è troppo grande e non c’è nemmeno la metà dello spazio necessario su nessun muro. Sono rimasta seduta sul letto con la bandiera in braccio per dieci minuti, senza osare metterla giù o fare nient'altro. Sono stata improvvisamente assalita dal fatto che ormai ero a casa, non era più quasi finita ma il mio anno si era concluso del tutto, per sempre, in quel preciso momento. Non avevo voglia di disfare i bagagli, vedere i miei amici italiani o nemmeno alzarmi dal letto, quindi ho scritto a Stefanie. Sono rimasta di umore nero per qualche ora, ma poi è arrivato a trovarmi un amico, che nonostante avesse avuto la terza prova di maturità quella mattina è montato su un treno (vive in Veneto) ed è venuto a trovarmi a sorpresa :)

Da lì è stato un crescendo, ho rivisto tutti i miei amici e nonostante la nostalgia ero di buon’umore, il periodo di crisi nera è andato solo dall’ultimo giorno ai primissimi in Italia. La cosa strana è che nella settimana prima della partenza ero così in ansia da non riuscire a dormire o mangiare, per quanto sembri esagerato. Ho passato notti a rigirarmi tra le coperte per ore e ore, senza riuscire a chiudere un occhio per il pensiero "ehy, tra tre giorni parti!" che continuava a farmi capolino in testa. L’insonnia è passata dopo la partenza (o forse si è solo camuffata da jetlag) mentre la sensazione di stomaco chiusissimo e contratto che già avevo prima di partire è andata avanti un bel po'.
I primi giorni la cosa più strana per me è stata sentire gente intorno a me che parlava italiano, mi ero completamente disabutuata all'idea che ci fossero altre persone che conoscono la lingua che per dieci mesi è stata solo ed unicamente nella mia testa. Mi sembrava impossibile che potessero essere così tante, ovunque, a parlare e capirsi a vicenda, non potevo fare a meno di fissare ogni passante italiano a New York e stupirmi che davvero ci fosse qualcuno che parla italiano al mondo e che non fosse solo la mia immaginazione. So che sembra una cazzata, ma vi assicuro che è una sensazione assurda.
Ho perso tutti i congiuntivi, e mio fratello me li ha fatti riprendere a forza prendendomi a sberle ogni volta che ne sbagliavo uno (grazie Ale <3). 
Nel primo periodo poi non riuscivo a frenare l'istinto di parlare in inglese. Se qualcuno mi rivolgeva la parola mentre ero distratta iniziavo la frase in inglese, oppure quando dovevo dire qualcosa velocemente tipo un "sorry" dopo avere pestato un piede a qualcuno in metropolitana. Parlando italiano mi saltano ancora in testa espressioni americane, e il non poterle usare è frustrante almeno quanto lo era non riuscirsi ad esprimere in italiano all'inizio. Ogni tanto traduco in mente dall'inglese all'italiano e i risultati sono sempre imbarazzanti, dal "lancio" detto invece di pranzo (lunch) e magazzino invece di rivista (magazine).
Comunque poi dopo una settimana a Milano sono partita per il mare. Mi sono goduta l’estate, tempo tremendo a parte, ho studiato molto più di quanto non avrei voluto e mantengo i contatti con l’America. Mi sento quasi tutti i giorni con Larry e Carla tramite whatsapp, e sempre con whatsapp parlo anche con Stefanie, anche se di meno. Su snapchat sento Derrick in continuazione e molto meno Ashley, ma tutto sommato me lo aspettavo. Tutti gli altri li sento un po’ meno, ma in qualche modo cerco di stare in contatto con tutti.L'America mi manca tanto, comè normale che sia. Ogni tanto vorrei essere ancora lì, vorrei che gli altri capissero come mi sento, o rimango triste quando vedo su facebook foto di persone che sono nella mia ex scuola o i miei amici americani che si divertono senza di me, ma immagino sia inevitabile. D'altra parte tante altre cose invece sono migliorate, dalle nuove amicizie, a un migliore rapporto con la mia famiglia e tanta motivazione e determinazione in più. Mi sento una persona più serena e più matura, sento di avere raggiunto un grande traguardo.
Ho fatto gli esami, ho ricominciato la scuola e sono contenta, sono decisa a uscire bene dal liceo e passare oltre. Non ho ancora progetti precisi sul cosa voglia fare, ma quest'anno mi ha aiutato moltissimo a farmi qualche idea sul mio futuro. A Natale io e Stefanie saremo a Barcellona da Carla, ci stiamo organizzando e dovrei comprare il biglietto aereo in questi giorni. Per quest'estate c'è un progetto ancora vaghissimo per una vacanza in treno in giro in Europa con anche Timo e tutti gli altri, sperando che sia realizzabile. Dopo quest'estate ancora non so, ho mille progetti che vanno dallo studio all'estero, a un anno sabbatico di volontariato ed esplorazione, a tante altre idee. Per ora voglio solo finire quest'anno e andare avanti qualunque cosa il futuro mi riserverà. 
Come dicono sempre gli Americani alla graduation, "It's the first day of the rest of my life".

giovedì 28 agosto 2014

L'ultima settimana

Sono passati più di due mesi da quando ho lasciato l’America, ma per qualche motivo non sono mai stata in grado di mettermi seduta e scrivere questo post. Per certi versi ripensare agli ultimi giorni mi intristice ancora, per altri mi sembra che in questo modo metterei per sempre la parola fine a quest’anno. Però rimandare non ha senso, e prima di dimenticarmi tutto voglio lasciare un ricordo di questi ultimi giorni. Per evitare di scrivere un post lunghissimo lo divido in parti, enjoy :)

Credo vi avessi lasciato con l’ultimo giorno di Timo. Il giorno dopo, mercoledì, era il sedicesimo compleanno di Derrick e l’ho passato a casa di Sundas, mentre i miei e mio fratello si facevano una gita a Seattle. In quei giorni ero così con la testa tra le nuvole che mi sono completamente dimenticata di prendere un regalo per Derrick, che idiota. Mi sono sentita in colpa ma lui ci ha riso su, e ho rimediato con due giorni di ritardo.
Comunque come dicevo sono andata a casa di Sundas e abbiamo guardato un po’ netflix e chiacchierato, nulla di che. E’ stata l’ultima volta che ho visto Sunbal ma non lo sapevo, non essere stata in grado di dare l’addio a tutti è una delle cose che ho rimpianto di più.
Il giorno dopo era il fatidico giorno del servizio fotografico che io, Stefanie e Carla organizzavamo da più di un mese. Mi sono fatta dare un passaggio sulla macchina di Derrick per la prima e ultima volta e ci siamo trovati in quello che non oso definire centro della città, comunque una zona in cui c’è il parco, il fiume e qualche negozio. Il fotografo in mezz’ora ha fatto tantissime foto e poi una volta libere ci siamo andate a prendere un cupcake e ci siamo fatte un giretto nei dintorni. Abbiamo deciso di fare un servizio fotografico senza nessun motivo particolare, solo per avere qualche ricordo. Le foto ci sono costate $15 a testa e sono bellissime, quindi ne è ampiamente valsa la pena :)

 In ordine io, le mie gambe giganti, Carla e Stefanie

 Momenti strani con Stefanie hahahaha

<3 <3 <3



Dopo le foto abbiamo fatto un giretto a caso per l’uptown e poi siamo andate al mall, dove oltre a un po’ di shopping e junk food (che sta sempre bene in qualunque uscita <3) abbiamo comprato tre braccialetti uguali che abbiamo promesso di mettere sempre, io lo tolgo solo quando la doccia ed è sul mio polso anche ora. Suona come una cosa stupidissima, lo so hahaha ma alla fine è solo una semplicissima catenina di argento, non qualcosa di ridicolo con scritto “BFF”, e mi fa piacere pensare che ad Amsterdam e Barcellona le mie amiche lo stiano indossando.
Il giorno dopo, giovedì, è stato probabilmente uno dei giorni più divertenti degli ultimi mesi. Sono andata al parco dei trampolini con Larry e Carla, in pratica un posto dove i pavimenti sono coperti di tappeti elastici e ci sono canestri, piscine di cubetti di gomma e tutto quello che farebbe felice un bambino di dieci anni (o chi ha la mente di un bambino di dieci anni → noi). C’era anche un freshman rompipalle che Larry doveva portarsi dietro perché lo deve ospitare in questi giorni, ma ci siamo divertiti lo stesso.
Dopo un’ora lì siamo passati a prenderci un caffè e poi siamo andati a casa di Larry, dove semplicemente abbiamo fatto gli idioti per il resto del pomeriggio, non racconto nei dettagli perchè tanto sono cose che hanno senso solo per noi haha
Una cosa mi ha fatto quasi soffocare dal ridere è che a un certo punto ero seduta sul letto di Larry e hanno iniziato a colpirmi con dei palloncini, quindi io afferro un telefono, faccio finta di digitare un numero e urlo “911, help, I’m getting aroused!” per poi rendermi conto di quello che avevo appena detto solo quando ho visto Larry praticamente contorcersi dalle risate per terra.
Il punto è che in inglese “harrassed” vuol dire molestata (non in senso sessuale) mentre “aroused” vuol dire che mi sto eccitando (in senso puramente sessuale). Quando mi sono resa conto del lapsus era troppo tardi, e da allora ricevo battute sulla mia passione per i palloncini in continuazione. Sì, c'è tempo per le figure di merda linguistiche anche a due giorni dalla partenza hahaha
Comunque a un certo punto ho iniziato a ricevere snapchat da Derrick e Ale (fratello italiano) contenenti biscotti appena sfornati, quindi nel giro di un minuto e mezzo ci siamo fiondati sulla macchina di Larry e poi a casa mia. E’ incredibile come anche solo un tragitto di dieci minuti in macchina sia divertente con loro, mi mancano da morire.
Ed è tristissimo il modo in cui la nostra amicizia con Larry sia cresciuta così tanto solo nell’ultimissimo periodo, perché davvero sento che sia uno degli amici più sinceri che avessi lì.
Chi è appena tornato mi capirà e i futuri exchange mi capiranno nel corso dell’anno, ma la stragrande maggiorparte dei teenager americani sono persone davvero false, tutti sparlano di tutti ed è una continua ansia il preoccuparsi di cosa i tuoi amici pensino di te. Magari sono sfigata io e ho conosciuto solo persone di merda, ma dalla mia esperienza sono pochi i ragazzi che si scostino da questa categoria, e Larry è uno di questi.
  
Venerdì 13 era il mio terzultimo giorno in America, e visto che il 14 avevo in programma una festa di addio/compleanno (si, ho compiuto 18 anni l’ultimo giorno in America e sono partita la mattina dopo alle 3, sì) l’ho passato in giro per supermercati a procurarmi cose per la festa.
Il 14 Carla è arrivata un’ora prima degli altri a darmi una mano a preparare e il suo regalo è stata una lettera che mi ha fatto giurare di aprire solo sull’aereo, una cornice con una nostra foto in cap&gown il giorno della graduation e tantissime foto di noi due che ha stampato, è stato un regalo bellissimo :)
Mi ha aiutato a sistemare la musica e qualche cosa, poi alle quattro la gente ha iniziato ad arrivare. Avevo creato un evento su facebook per invitare tutti, ed a quanto pare è stata una pessima idea visto che un sacco di persone non hanno ricevuto l’invito. Non abbiamo fatto nulla di particolare e la gente continuava ad andare e venire, ma è stata una bella giornata. In totale si sono presentati Larry, Carla, Stefanie, Megan, Andre, Marissa, Erin, Katlyn, Sundas, Senna, Dante, Yuriy, Lexy, Schuyler, Chiara, una ragazza della mia classe di leadership che in realtà non avevo invitato e probabilmente qualcun altro che non ricordo, ma con tutti che andavano e venivano non eravamo mai in più di sei e gli unici che sono rimasti tutto il tempo sono stati Larry e Carla.
Ashley mi ha deluso moltissimo perché non è stata con me nemmeno un secondo, ma alla fine ormai con lei mi sono arresa da tempo. Avrei voluto che fossimo più amiche, ma a quanto pare non ce l’ho fatta, per quanto ci abbia provato. Derrick è stato con me e i miei amici tutto il tempo anche se non li conosceva, mentre Ashley pur essendo in casa è rimasta in cucina o in camera sua.
Quando siamo rimasti in pochi abbiamo messo un film, ma nessuno l’ha guardato per un secondo. Sono successe cose strane tra cui Erin che mi da come regalo un preservativo che finisce per diventare un arma con la quale lei e Katlyn si stavano schiaffeggiando hahaha
Comunque in sostanza ci siamo divertiti. Quando si è fatto buio siamo usciti, abbiamo acceso un fuoco e ci siamo mangiati qualche smore.
Alle dieci e mezza ho dovuto mandare via i pochi che erano rimasti, ovvero Yuriy e Dante, mentre Larry e Carla sono rimasti ad “aiutarmi” mentre finivo di preparare le valigie. Visto che dovevamo partire alle tre di mattina i miei hanno deciso di dormire un po’, soprattutto perché dovevamo guidare fino a Seattle, mentre io volevo finire di preparare e passare le ultime ore con i miei amici.
Finiti i bagagli quindi ho dovuto salutare la mia famiglia ospitante, ed è stato un momento orribile. Non solo perché è stato l’addio più difficile, ma anche perché sono rimasta un po' delusa per una faccenda di cui non parlerò per non mancare di rispetto a nessuno.
Siamo andati sulla macchina di Larry fino a casa di Carla e io credo di avere pianto per un’ora fin dall’inizio degli addii, stavo singhiozzando come un’idiota e non riuscivo assolutamente a smettere.
Siamo stati nella macchina di Larry fino alle due e mezza a fare nulla, prima con io e Carla in lacrime e poi a comportarci come se fosse un momento normale e non le ultime ore insieme. E’ una sensazione che semplicemente non si può nemmeno pensare di capire se non ci sei passato. La consapevolezza che sia tutto finito, tutto andato per sempre. Hai dato l’addio alla famiglia, la città, la scuola, tutti i tuoi amici, e ti aggrappi alle ultime ore che ti rimangono con delle persone che non vorresti mai perdere. Ti rendi conto che noi exchange students alla fine siamo tutti un po’ masochisti, perché tutti sapevamo che questo momento sarebbe arrivato ma siamo partiti lo stesso. Comunque a un certo punto è venuto il momento di salutare anche Carla, poi Larry mi ha portata sul "top of the universe", un punto panoramico dal quale si possono vedere tutte le Tri-Cities sul quale non ero mai stata. E’ stato un modo bellissimo di salutare la città, si vedeva tutto da Badger Mountain, le colline, il Columbia immerso nel buio e le luci di ogni casa.
Poi alle tre Larry mi ha riportata a casa e ho dovuto salutare anche lui.
I miei erano svegli e stavano già iniziando a caricare la macchina mentre la mia famiglia ospitante dormiva, con l’eccezione di Alinda che con una sua amica stava cercando di rimanere sveglia fino all’alba.
Ho lasciato la mia copia delle chiavi di casa su un foglietto sul quale li ho ringraziati, poi l’ho lasciato sul tavolo. Mi sentivo galleggiare in un sogno, camminavo per la cucina e ovunque mi girassi mi apparivano in testa mille immagini di vita quotidiana. Tutte le volte che ho fatto colazione appoggiata all’isola, in mano un panino al burro di arachidi e nell’altra il telefono a leggere i messaggi arrivati durante la notte dall’Italia. Le cene su quel tavolo, ogni sera alle sei, dal mio primo giorno a quelli in presenza dei miei genitori, mi sembrava di riuscire a ricordarle tutte. Le sere passate in salotto in compagnia di Derrick, con lui sdraiato sulla moquette a guardare qualcosa in tv e io a leggere o usare il cellulare, con quello che è diventato il mio secondo fratello e che nemmeno so se rivedrò mai più. I pomeriggi di primavera in giardino, i miei tentativi di preparare cibo italiano, i brevi momenti di studio. Il giorno in cui aveva nevicato e sono scivolata davanti alla porta della cucina mentre rientravo, con Alinda che rideva fino alle lacrime. Riuscivo a vedermi mentre facevo mille cose diverse nelle mie occupazioni di tutti i giorni, con le lacrime agli occhi e la consapevolezza che probabilmente era l’ultima volta a camminare tra le mura di quella casa. 
Poi è arrivato il momento di partire, abbiamo caricato tutto sulla macchina a noleggio e siamo saliti in macchina alla volta di Seattle.

venerdì 4 luglio 2014

Graduation e quasi l'ultima settimana

Avevo cercato di fare qualche post sugli ultimi giorni quando ero ancora in America, ma non ho letteralmente avuto un secondo di tempo. Ormai sono a Milano da qualche giorno ma prima di parlarvene voglio andare per ordine, vi lascio a questo post che avevo cominciato ma non ero riuscita a finire, sono in ritardissimo ma pazienza :)

Ciao gentaglia, come va?
Mi sono resa conto che inizio sempre i post come se fossero una lettera haha
Oggi sono contenta ma mi sento un po' giù perchè manca troppo poco tempo, quindi ho voglia di scrivere.
Vi avevo lasciato qualche giorno fa alla fine della scuola, il giorno prima che i miei arrivassero. Giovedì ho avuto la terza e ultima esercitazione per la graduation al toyota center, quindi anche se era il mio primo giorno di vacanza mi sono dovuta svegliare relativamente presto, per fortuna Yuriy mi ha dato un passaggio e non ho dovuto prendere il pulmino alle sei.
E' stata abbastanza noiosa, hanno fatto sfilare le prime file per farci capire come funzionasse poi il vice preside si è lanciato in una competizione tra gli studenti: eravamo divisi in due file con un corridoio in mezzo (mentre noi exchange students eravamo in una fila a parte sul lato destro) e lui con delle domande cercava di stabilire quale lato fosse il migliore. Ha chiesto a turno ai ragazzi dei due lati di alzarsi se erano stati più di una volta nel suo ufficio, se suonassero uno strumento, se fossero in una classe AP ecc. A un certo punto ha chiesto di alzarsi a chi conoscesse più di una lingua e tutta la nostra fila si è alzata, tutti sono scoppiati a ridere e ci hanno applaudito hahaha
Dopo la prova sono andata con Ashley a mangiare da subway, poi siamo passate a prendere un caffè da starbucks e ci siamo fatte un giretto al mall. Avevo ordinato un vestito per la graduation una vita fa e visto che non è mai arrivato volevo vedere se ne trovavo un altro carino, e da pacsun ne ho preso uno davvero bello che era stato scontato da 35 dollari a 6 <333333
Quando sono tornata a casa ho trovato il vestito sparito sul mio letto, ovviamente era arrivato proprio quel giorno, ma alla fine è valsa la pena prenderne un altro.
Verso le nove e mezza di sera doveva arrivare la mia famiglia, e giuro che le precedenti tre ore sono state le più lunghe della mia vita. Da quando sono arrivati a Seattle ho continuato a mandare messaggi vocali a mia mamma su whatsapp, e negli ultimi quaranta minuti ero mezza impazzita (qual'è il modo migliore per tradurre freaking out in italiano?)
Andavo avanti e indietro con Alinda per tutta la via fino alla fermata del bus, poi mi sono messa ad aspettare fuori dalla porta mentre la mia host family continuava a ridere e dirmi che sembravo drogata. Sono corsa in contro alla macchina sbagliata una volta ma poi finalmente sono arrivati e giuro che non ero mai stata così felice di vederli, anche se è stato un po' uno shock. Mio fratello era più alto del previsto, barbuto e non so come sia possibile ma ha cambiato voce di nuovo, mentre i miei genitori sono sempre gli stessi.


Papà <3


E' stato strano vederli cercare di comunicare con la mia host family. Quando andiamo all'estero mio padre è sempre quello che sa parlare inglese, e quel giorno per la prima volta mi sono resa conto che invece ha un accentaccio, anche se mia mamma è peggio haha
 
Il giorno dopo, venerdì, era il giorno della graduation. Al mattino abbiamo avuto avuto a scuola senior breakfast e senior assembly, in pratica ciambelle gratis e un'assemblea celebrativa per noi seniors <3
All'assemblea hanno riconosciuto seniors meritevoli, dai vari presidenti dei club (Ashley compresa) agli atleti, poi hanno chiamato anche gli exchange students. Ci hanno dato le nostre bandiere ed eravamo in fila davanti a tutta la scuola in mezzo alla palestra, poi ci chiamavano per nome e paese e dovevamo fare un passo avanti, tutti hanno strillato e applaudito in modo impressionante, non me lo aspettavo. Ero così emozionata che stavo tenendo la bandiera al contrario, che cretina hahaha
Era il modo della scuola di dare l'addio a tutti i seniors, e quando è finita i prof hanno creato un tunnel in mezzo alla quale siamo passati per poi uscire un'ultima volta.


Non fate caso alle teste in mezzo, quello è il tunnel con i prof che porta all'uscita


Nel tragitto ho abbracciato Mr. Murphy e Mr. McDonald, è stato un momento abbastanza toccante anche perchè di sottofondo c'era counting stars, la canzone della classe del 2014.
Usciti ci siamo diretti vicino ai campi da tennis, dove il muro che sta in mezzo al prato era stato dipinto di verde con un gigantesco "class of 2014" in giallo.





Dopo che tutti l'hanno firmato io e Ashley siamo tornate a casa.
Alle sette c'è stata la graduation. Siamo arrivate un po' prima, mi sono infilata cap&gown e ho avuto tempo per un po' di ansia.

 Io ed Ashley fuori dal Toyota Center
Exchangers prima della cerimonia. In ordine Lukas, Carla, Andre, Io, Aureliane e Stefanie, non sono sicura di dove fossero gli altri due. Non siamo riusciti ad ottenere nemmeno una foto tutti insieme haha


La cerimonia è stata infinita. E' partita con alcuni e studenti e professori che hanno fatto dei discorsi, e già da lì si poteva notare la differenza tra Italia e America. I prof hanno parlato di quanto fossero fieri della classe del 2014 e di quanto anche gli studenti gli abbiano insegnato tanto, i ragazzi ringraziavano i professori e parlavano del liceo come anni bellissimi di crescita, pieni di fierezza per la nostra scuola e impazienza per il futuro. Un ragazzo ha parlato di quanto sia difficile coordinare scuola, lavoro, amicizie ed attività extrascolastiche mentre faceva il giocoliere con tre palline.
Dopo i discorsi noi exchange students siamo stati chiamati sul palco e uno alla volta hanno detto il nostro nome e paese per poi darci un diploma onorario.

So che non si vede nulla, ma questi eravamo noi sul palco

E' stato un momento di un'emozione unica, con tutti che applaudevano per noi, non capivo più nulla. Dopo tutti i senior sono stati chiamati uno ad uno, ed è stato un processo davvero interminabile. Alla fine della cerimonia c'è stato il lancio dei cappelli e poi basta, la nostra esperienza nella scuola americana è finita per sempre. E' stato strano perchè sentivo che Ebba e Ali avrebbero dovuto essere lì con noi...



E' stata un'emozione grandissima, non cercherò nemmeno di descriverla. Come durante l'ultimo giorno di scuola si mischia l'emozione del ce l'ho fatta e il è finita per sempre. Tutti sorridono e ti abbracciano, ti fanno i complimenti e ti dicono che sono fieri di te. Finita la cerimonia siamo usciti e nel prato fuori c'era un migliaio di persone, con tutti che si abbracciavano, salutavano, piangevano e facevano foto. Ho trovato anche qualche junior come Schuyler ed Erin. Dopo tutti gli abbracci e i saluti siamo tornati a casa.
Non ricordo se la sera stessa o il giorno dopo, ma abbiamo avuto il senior party. Ci sono andata con Ashley poco prima di mezzanotte e lì ho incontrato Carla, Aureliane, Stefanie e qualche americano; dal modo in cui veniva pubblicizzato dall'inizio dell'anno e dal fatto che l'ingresso mi è costato trenta dollari mi aspettavo grandi cose, e invece no. Era nella palestra della scuola (ndr: edificio gigante con tre palestre dentro), il tema “night on the beach” o qualcosa del genere  e c'erano palme di cartone e decorazioni un po' ovunque. All’ingresso ricevevi una busta con qualche omaggio per cose in città che non userò mai e dei punti per iniziare a giocare nelle varie sale, infatti c'era un casinò, una sala del bingo e altre cose, più punti vincevi più possibilità avevi di vincere premi alle estrazioni della lotteria. C'era cibo gratis ma faceva un po' schifo e la serata era abbastanza noiosa, inoltre non ho vinto nulla se non delle caramelle disgustose che ho dato a mio fratello.
Verso le due di mattina nella palestra piccola è iniziato uno spettacolo di ipnosi diretto da un tizio che avevo visto al country fair. Parecchi volontari si sono fatti "ipnotizzare" da questo tizio che li ha fatti ballare e fare qualche cosa ridicola, ma era chiarissimo che stavano fingendo tutti, lo spettacolo è durato decisamente troppo ed è diventato particolarmente noioso verso la fine. Dopo l'ipnosi hanno consegnato altri premi come assegni da 2000 dollari, iPads, computers con touch screen e altre cose del cui ovviamente non ho vinto nulla.
La festa doveva finire alle tre del mattino, ma quando siamo usciti erano le quattro e c'era già luce, e Ashley doveva andare a lavorare la mattina dopo hahaha
Nei giorni seguenti non ricordo esattamente cosa abbia fatto, ma sono uscita con i miei un paio di volte per fargli vedere il fiume e le Tri-Cities (come se ci fosse qualcosa da vedere...) e con i miei amici, comunque ero sempre fuori e la cosa mi fa un sacco piacere.
Sabato c'è stato il graduation party di Cleveland ed Ashley a casa di Cleveland, ero invitata anche a qualche altro ma alla fine non ci sono andata. Paula mi ha fatto la sorpresa di festeggiare anche me, c'era un cartellone di mie foto di quest'anno e una torta con il mio nome :)


I denti blu sono per via di una granita al mirtillo #dontjudgeme


Domenica sono andata con Carla a prendermi un caffè da starbucks ma per via di un incidente era saltata la corrente in tutti i negozi della strada, quindi ci siamo ritrovate a camminare sotto il sole per tre ore cercando un posto in cui mangiare e fare un giro a caso da Target per stare in un posto con l'aria condizionata.
Lunedì era l'ultimo giorno di Timo, quindi siamo usciti tutti insieme per salutarlo. Ci siamo trovati da Maui's apple (un posto dove fanno frozen yoghurt) con lui, Carla, Chiara (l'altra italiana) e Charlotte (ragazza tedesca), e siamo stati raggiunti dopo da Andre, Larry, Liliana (amica di Chiara che avevo già visto qualche volta), Luka il georgiano inquietante e un ragazzo messicaneggiante che ogni tanto si siede con noi a pranzo e di cui mi sfugge il nome. Ci siamo presi un gelato, abbiamo cazzeggiato un po' e poi siamo andati a piedi al fiume. Nella passeggiata sono stata con Larry e Carla ridendo e parlando tutto il tempo. Ero già amica stretta di Carla, ma ultimamente stavo legando tantissimo con Larry e mi dispiace da morire che sia successo solo nell'ultima settimana, qualunque cosa faccio non riesco a non pensare al fatto che dovrò abbandonare tutti. Giuro che non so come farò senza di Carla, le voglio un bene infinito e mi mancherà da morire. Mi riesce difficile immaginarmi in una situazione in cui non posso chiamarla e darci appuntamento per prendere un caffè a caso, non so come farò senza la sua allegria e i suoi tentativi falliti di parlare italiano, e lo stesso vale per Stefanie. Mi spezza il cuore l'idea di lasciare indietro tutte queste amicizie che ho coltivato con così tanto tempo e fatica, e parlo anche di Marissa, Erin, Larry, Timo, Schuyler o Derrick, Ashley e Paula. E' un'idea insopportabile, non riesco a contenere la tristezza.
Comunque non parliamone adesso, sto cercando di restare positiva. Quella sera ho mangiato da Texas Roadhouse con le mie due famiglie, è stato divertente. Paula e mia mamma hanno iniziato a rendersi conto di quello che io so dalla prima settimana qui, ovvero che Derrick e mio fratello Ale sono la stessa persona, due gemelli separati alla nascita. Hanno lo stesso tipo di comportamento, umorismo e modo di infastidirmi, forse è per quello che mi sono sentita a mio agio con lui fin da subito. Magari non mi sono inserita nella mia famiglia ospitante a tal punto da sentirmi completamente parte di loro ma sul fatto che Derrick ormai sia mio fratello non c'è dubbio. Voglio a quell'idiota un bene infinito ed è una delle persone che mi mancherà di più, anche se più torno su questo argomento più non riesco a farmi venire in mente qualcosa che non mi mancherà. 
Me ne rendo sempre più conto in questi giorni e l'idea mi terrorizza, non so come sia possibile che Stefanie e Carla dicano di essere pronte per tornare, io non potrei mai esserlo nei prossimi mille anni. Eppure è così, la presenza dei miei genitori qui e la data di ritorno che si avvicina mi dicono di darmi una mossa e iniziare a preparare le valigie. Nello stesso modo in cui quando cadi o prendi una botta hai quel secondo in cui te ne rendi conto prima che parta il dolore, riesco già a sentire lo shock culturale e il 15 giugno che mi arriva addosso violentemente. E parte del dramma è il fatto che nessuno che non ci sia passato può capire. Gli exchange futuri che sono nell'impostazione mentale della partenza magari possono averne una vaga idea, ma non la famiglia o gli amici in Italia. E la prova è il fatto che non parlano di nient'altro, ormai appena prendo il telefono trovo messaggi pieni di "Quando torni?" "Tra poco ci vediamo <3" "Sono così felice che stai per tornare!"
Lo so che non capiscono cosa voglia dire, ma ognuno di quei messaggi è uno schiaffo in faccia. Lo so che sto tornando, non ho bisogno che me lo ricordate. Non dieci volte al giorno. Non ci voglio pensare, vi prego, vi prego, evitate. E' la cosa peggiore che possiate dire.
Comunque cerco di prenderla con filosofia, almeno in questi giorni sono piena di cose da fare e sono circondata da amici che mi vogliono bene e mi danno supporto :)
Mi rendo conto di essere fortunata, fortunatissima. Come mi dicono tutti dall'Italia, prima o poi doveva finire. E anche se mi arrabbio sempre quando lo leggo, è la verità. Quindi cerco di caricarmi di energia positiva e vivere questi ultimi giorni al massimo :)

mercoledì 4 giugno 2014

Ultimi giorni di scuola

Ciao fantasmini, come state?
Vi scrivo dal mio backyard, qui è tiepido e c'è una luce stupenda, queste sere di inizio estate sono bellissime. Non vi aggiornavo più meno dal periodo in cui è partito Levani, che con il poco tempo che mi rimane mi sembra una vita fa. Ormai mi rimangono meno di due settimane, la scuola sta finendo ed è un periodo pieno di emozioni.
Mentre i ragazzi più piccoli avranno lezioni fino al dieci Giugno domani è l'ultimo giorno per i senior e venerdì c'è la graduation, sembra impossibile ma il tempo è già finito. Due giorni all'arrivo della mia famiglia, tre alla graduation, undici al mio compleanno e dodici al mio volo di ritorno, poi quest'anno diventerà un ricordo.
Sono successe tante cose in questo periodo e anche volendo non riuscirei a raccontarle tutte, quindi mi limito agli ultimi giorni. Ieri, ovvero lunedì, era l'ultimo giorno di scuola intero per i senior visto che oggi e domani ci sono le prove per la graduation. 
Questa settimana ho portato a scuola una bandiera americana da fare firmare a tutti e mettere da qualche parte nella mia camera, avevo un po' paura delle reazioni della gente visto l'ossessione che hanno per i simboli americani e facevo bene. Del tipo che c'è un modo particolare in cui bisogna piegarla, alcuni hanno trovato terribilmente offensivo che ci scrivessi sopra e mi è stato detto che se tocca terra devo bruciarla... hahahaha
Lunedì ho fatto i finals di American Lit e Psychology, di una facilità imbarazzante. Per darvi un'idea quello di American Lit era su un libro che non ho letto e la mia preparazione è stata leggere un'ora prima un riassunto su internet, avevo intenzione di copiare ma era così facile che non ne ho avuto bisogno.
Questa mattina, ovvero martedì, non avevamo lezioni e l'esercitazione per la graduation era allo stadio della scuola alle nove, quindi ho dormito un po' e mi sono fatta dare un passaggio da Yuriy. Arrivati lì mi sono resa conto che i senior sono come minimo 200 e giuro che non avevo mai visto prima la metà delle facce presenti. Ci siamo seduti sugli spalti ed è inizato un discorso lunghissimo sul quanto sia una cerimonia importante, ufficiale e blablabla, poi ha iniziato a chiamare i nomi in ordine alfabetico e chi veniva nominato doveva spostarsi sull'altra metà degli spalti nell'ordine in cui saremo il giorno della cerimonia.
Comunque non siamo stati chiamati, ci hanno detto che venerdì non saremo con gli altri ma tutti insieme in una zona del palco e verremo chiamati per ultimi. Inoltre mentre tutti hanno tunica e cappello verdi noi saremo tutti in nero, questa cosa mi fa sentire un po' discriminata haha
Comunque quando le prove sono finite, ovvero dopo più o meno due ore sotto il sole cocente, siamo andati a mangiare da Dairy Queen con Yuriy, Andre e Ive, poi siamo tornati a scuola per le lezioni del pomeriggio. Ho avuto l'ultima lezione di fotografia che ho passato metà in cafeteria con la gente del lunch A e metà a Studio Arts con Stefanie (non che di solito io sia nella mia classe haha)
Salutare Mr. Murphy mi ha un po' spezzato il cuore visto che è by far il mio prof preferito, ma ho promesso che tornerò a trovarlo domani. Dopo ho avuto il lunch B, l'ultimo pranzo con i miei amici, ancora più heartbreaking.
Abbiamo fatto un sacco di foto e c'era la stessa atmosfera divertente di sempre ma con un retrogusto di tristezza, non riesco a credere che non mangerò più gli orribili hamburger della scuola con loro durante una gara di foto a tradimento, non assisterò più al tentativo di Larry di imitare il linguaggio dei gesti italiano, non farò più l'idiota con Carla o litigherò furiosamente con Timo. Mi mancheranno da morire, sul serio. E lo so che probabilmente li rivedrò ancora un giorno, ma non sarà mai la stessa cosa. Non li rivedrò mai tutti insieme e non sarà mai più in questo contesto scolastico che ormai è la mia routine e al quale sono affezionata, questa idea mi spezza il cuore.

Il gruppo come me lo ricorderò sempre.
Io, Carla, Stefanie, Timo, Larry, Schuyler, Aureliane e Ive.

Suonata la campanella ho iniziato ad andare un po' in panico per Drama visto che avevo un final per la quale era preparata solo a metà, ovvero una prova di recitazione davanti a tutta la classe. La scena è andata abbastanza male perchè una delle protagoniste era assente ed è stata rimpiazzata da una ragazza che non aveva mai letto prima il copione. Ha rallentato tutto mancando qualche battuta e leggendo nell'ordine sbagliato, con la conseguenza di confonderci e fare sbagliare anche noi. Ovviamente non era colpa sua, comunque io sono andata bene quindi non me ne frega più di tanto. A metà della lezione alcuni junior ci hanno fatto un tributo musicale, è iniziato con loro che cantavano Radioactive degli Imagine Dragons accompagnati dalla cup song ed è finito con un sacco di canzoni diverse durante le quali il gruppo trascinava un senior alla volta in mezzo alla stanza e lo costringeva a ballare. Al mio turno la canzone è stata pa pa l'americano, giusto perchè un po' di finto spirito italiano non sta mai male haha
All'ultima ora ho avuto American Lit e anche se mi aspettavo di scoppiare a piangere non è successo. Il punto è che nonostante fosse la mia ultima lezione lì non era l'ultimo giorno di scuola, quindi era un momento confuso. Se l'ordine di questi due giorni fosse stato invertito e avessi avuto American Lit come ultima ora posso assicurare che avrei pianto come una fontana e mi sento di scommettere che Marissa e Stefanie mi avrebbero imitata.
Ho fatto firmare l'annuario in giro e quello che hanno scritto mi ha fatto venire gli occhi lucidi, non sarò scoppiata a piangere ma hanno continuato a bruciare per un bel po' dopo il suono della campanella. Dopo scuola sono andata con Marissa ed Erin da Dutch Bros (una specie di starbucks locale) e a prenderci un pretzel al mall, poi Erin è andata dal dentista e noi abbiamo fatto finto supporto morale mentre dalla sala giocavamo a mario cart sulla wii. Ho mangiato un sacco di junk food e a casa stavo di merda ma sto cercando di convincermi che essendo gli ultimi giorni me lo posso concedere.

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Ora scrivo da mercoledì, quello che è stato l'ultimo giorno di scuola. Domani a quest'ora starò abbracciando la mia famiglia e in due giorni ho la graduation, assurdo.
L'ultimo giorno è stato strano e pieno di emozioni. Ho preso lo scuolabus come ogni mattina per l'ultima volta e continuavo a cercare di imprimermi nella mente immagini della mia vita qui, ma fino all'ultima ora non riuscivo a rendermi conto e sembrava un giorno come qualunque altro. Sono arrivata a scuola stanca morta visto che ieri non ho dormito per un progetto che dovevo finire e al primo periodo durante government abbiamo guardato un film al quale non ho prestato attenzione per mezzo secondo. Alla seconda ora ho lasciato le mie cose nella classe di psychology e visto che ieri me lo sono dimenticata sono andata a restituire i bathroom pass a Mrs. Hatcher, lì ho trovato Carla e sono andata nella sua classe di fotografia da Mr. Murphy a cazzeggiare un po' prima di tornare in classe. Quando sono effettivamente tornata a psicologia stavano vedendo un film, ma non l'ho guardato mezzo secondo e ho parlato con Sundas e Sumbal tutto il tempo. Abbiamo fatto qualche progetto di cose da fare prima che io parta ma sono abbastanza sicura che alla fine non faremo nulla haha
Al terzo periodo ho avuto leadership, la mia ultima ora alla Richland High. Per tutta la mattinata avevo la sensazione di essere in un giorno normale, ma durante la terza ora ho davvero iniziato a sentire un peso sullo stomaco e la tensione. Ho dovuto presentare alla classe una specie di discorso/power point sui miei obbiettivi nella vita, la mia motivazione e i miei modelli di riferimento e mi sono ritrovata a parlare di quanto quest'anno sia stato implorante per me e mi abbia dato un'idea di cosa voglio dal mio futuro. Era un momento così pieno di emozione che credo di avere avuto un inglese terrificante, anche se tutti hanno detto che è andata bene. La ragazza che si siede vicino a me ha detto che si aspettava che scoppiassi a piangere hahaha
Non che avesse tutti i torti in realtà, le lacrime sono arrivate dopo. Abbiamo visto uno slideshow sugli atleti di track, e io continuavo a fissare l'orologio. Come colonna sonora del video c'erano tantissime canzoni che mi ricordano l'america e i balli scolastici, giusto per aggiungere un po' di tortura psicologica. Quando mancavano venti minuti ho iniziato a sentire gli occhi lucidi e le lacrime salire, cercavo disperatamente di guardare il video e fare finta di nulla ma al suono della campanella sono scoppiata. Stefanie vedendomi piangere ha iniziato anche lei e io non riuscivo più a smettere, continuavo a ripetere "it's over" e abbracciarla.
Qualheim (il prof) ci ha abbracciato e ha detto qualcosa di molto carino che davvero non ricordo, poi io e Stefanie ci siamo dirette verso lo stadio per la graduation practice. Mentre passavamo dai corridoi non riuscivo davvero a fermare le lacrime e sono stata abbracciata ancora un paio di volte, anche da una ragazza che non conosco haha
Continuavo a pensare a quanto sia stato un'onore essere un bomber, di quanto sia fiera della mia scuola e quanto mi mancherà. Se penso che non avrò mai più una classe con Mr. Murphy, eventi da organizzare a leadeship, pranzi con i miei amici o momenti di delirio ad American Lit mi vengono gli occhi lucidi anche ora. Semplicemente è finita e non c'è nulla che possa fare per rallentare il tempo, per quanto vorrei. Mi sentivo felice di avercela fatta ed essere arrivata alla fine di quest'anno bellissimo, fiera di me e della mia scuola, ma allo stesso tempo c'è il dolore della consapevolezza che sia finita per sempre.
Siamo andati allo stadio e abbiamo avuto le prove, anche se in realtà non abbiamo fatto assolutamente nulla. A mezzogiorno c'era il senior lunch/barbecue nel prato dietro ai campi da tennis ma la fila era infinita e sotto al sole cocente, quindi io, Carla e Stefanie siamo andate a prenderci qualcosa al bombers drive in. Siamo rimaste un po' la a parlare, poi visto che non avevamo nulla da fare e dovevamo aspettare le due e mezza per tornare a casa con lo scuolabus siamo andate nella classe di Mr. Murphy, dove abbiamo passato tutto il resto della giornata facendo foto a caso e importunandoci a vicenda.

Nella prima foto io e Aureliane e nella seconda io e Carla 
(non siamo grasse quanto sembriamo, giuro hahaha)

 Io davanti all'ingresso principale della scuola da perfetta turista

Questo è stato l'ultimo giorno, anche se credo che tornerò a scuola un altro paio di volte per ritirare documenti vari. In Italia sono le sette e quaranta del mattino e alle dieci la mia famiglia ha il primo volo per Francoforte, sono felice di vederli ma per qualche motivo l'idea del loro arrivo mi mette un'ansia assurda. Voglio mostrargli le Tri-Cities e la mia host family, ma allo stesso tempo l'idea di averli qui in un mondo nel quale non c'entrano nulla mi fa strano. Non riesco ad immaginarli al Toyota Center, lo stesso posto dove sono andata al prom con Andre e a tutti gli altri balli, in mezzo agli americani ad assistere alla mia graduation.  E a proposito di questo, il vestito che ho ordinato una vita fa non mi è ancora arrivato, incrociate le dita per me!
Non so mai come concludere ma ora vi saluto perchè devo riempire dei documenti, bye :)

mercoledì 21 maggio 2014

Il primo addio e pensieri su quest'anno

Oggi sono rimasta a casa e non ho fatto nulla tutto il giorno, quindi ho voglia di raccontarvi quello che è successo nell'ultima settimana (anche se ora che finisco il post ne è passata un'altra haha).
E' stato un weekend pieno, divertente e triste allo stesso tempo. Prima di tutto venerdì sono andata a vedere con Alissah e Carla lo spettacolo del drama club, il Mago di Oz. Non avevo mai visto il film e non avevo idea di cosa aspettarmi, e devo dire che sono davvero rimasta colpita. Dorothy era impersonata da Firen, host sister di Carla, che è stata bravissima. Di solito i musical mi annoiano ma loro sono stati così bravi che non farti piacere le canzoni e le coreografie sarebbe stato impossibile. Era tutto realistico ed originale, da Toto che è stato impersonato da un cane vero, al momento del tornado in cui c'erano attori che volavano al modo in cui hanno realizzato Oz, con tanto di macchina del fumo. Potendo lo andrei a vedere di nuovo, mi è piaciuto davvero tanto.

Cupcakes che vendevano durante lo spettacolo
con tanto di arcobaleno e le scarpe rosse, yum!

Sabato invece c'è stata una festa di addio per Levani, l'exchange student della Georgia (non quello inquietante, l'altro) che parte martedì. E' stato triste perchè è il primo exchange che non lascia l'America per sua scelta ma perchè effettivamente è finito l'anno. Non voglio che comincino a partire, non riesco a rendermi conto che ormai ci siamo, sta iniziando una catena di addii che non sono pronta a dare. La festa era divertente ma anche triste, sono tornata a casa con l'ultimo giro di passaggi verso le due di notte con la sorella ospitante di Levani che cosacazzoc'èdisbagliatoinlei stava messaggiando mentre guidava. E' stato deprimente soprattutto perchè c'era qualcosa tra me e lui, ma di questo facciamo che non ne parlo haha
Il giorno dopo io, Levani, Andre, l'altro Georgiano inquietante e qualche ragazza che non conosco più di tanto siamo andati al mall, ma visto che era la festa della mamma ed erano tutti occupati ho ottenuto un passaggio abbastaza tardi e sono dovuta tornare presto, sarò rimasta lì si e no un ora e mezza. Dopo un gelato da MyFroYo, alle sette i ragazzi avevano una cena quindi ho salutato Levani per l'ultima volta e sono tornata a casa. 
E' una sensazione così assurda che non riesco a sentirmi triste, non riesco a realizzare che è l'ultima volta che vedo quelli che partono, anche se razionalmente lo so non riesco ad essere triste sul serio. Mi rendo conto sempre di più che non sono capace di dare addii, non riesco a mettermi nell'impostazione mentale che mi fa capire che è l'ultima volta, non me ne rendo conto. Credo che andrò in crisi solo alla mia partenza, non oso immaginare quanto piangerò...
Ora che mi è stata sbattuta in faccia la realtà del fatto che siamo a metà Maggio, l'anno sta finendo e stiamo iniziando a tornare a casa mi rendo conto che non sono pronta a partire. Non sono pronta e non lo sarò mai, al pensiero che i miei genitori saranno qui in meno di venti di giorni mi gira la testa, non ce la faccio. Più quel maledetto 15 giugno si avvicina e più il pensiero mi fa stare male.
E' una cosa che si può capire solo quando la si prova, un mix di emozioni che contrastano tra di loro e che al pensiero mi fanno venire voglia di andare a piangere in un angolino.
Da una parte ovviamente mi manca l'Italia. Mi manca la mia famiglia, i miei amici, Milano, la mia scuola, la libertà del potere andare dove vuoi con i mezzi, l'indipendenza, le uscite del sabato sera, il non sentire di avere tredici anni. Mi manca tutto da morire, ed oltre a questo sono felice alla prospettiva di tornare a casa e rivoluzionare le cose. Sono cambiata, sono cresciuta in questi otto mesi più di quanto l'abbia fatto negli ultimi anni e i problemi che avevo prima mi sembrano risolvibili con uno schiocco di dita.
Magari non è una cosa che puoi vedere nel modo in cui mi comporto perchè alla fine sono sempre io, ma sono cambiata e ho una visione completamente diversa del mondo e di me stessa. Sono più sicura di me, più rilassata, meno paranoica e ansiosa. Quando la vita ti mette in una situazione in cui te la devi cavare con le tue forze impari cosa siano problemi veri, quelli da risolvere con le tue mani, e tutto il resto sembra una passeggiata. Quando penso al mio futuro, adesso so che quello che voglio è possibile, posso essere forte e devo solo sforzarmi per ottenere quello che voglio.
L'autostima che non avevo mai avuto è aumentata, so quello che valgo e questo mi da sicurezza. Ho imparato a volermi bene. Anche per le cose più stupide come l'aspetto fisico: sono ancora in grado di elencare una ad una tutte le parti del mio corpo ed almeno un motivo per cui non mi piacciono, ma semplicemente non lo faccio, perchè sto imparando a guardarmi allo specchio ogni giorno e volermi bene lo stesso. Mentre mi pettino alla mattina invece di guardare i segni della stanchezza o concentrarmi su quello che non mi piace mi sorrido, e so che è tutto quello di cui ho bisogno.
Non l'approvazione degli altri, non una vita fantastica, la prima cosa mi serve è l'amore di me stessa e io semplicemente me lo prendo.
Quest'anno mi ha dato così tanto, e l'ha fatto perchè la mia esperienza non è stata perfetta. Per quanto ci tenga a raccontarvi i momenti positivi che voglio ricordare, ci sono ovviamente stati anche quelli deludenti in cui mi sono sentita sola e lontana da tutto. Ma come ho letto da qualche parte, non impari ad essere forte finchè essere forte è l'unica scelta che hai. E io l'ho fatto, come tutti noi.
Se fossi finita in un posto in cui nel giro di una settimana ero piena di amici non avrei avuto bisogno di darmi una mossa e diventare più socievole. Avrei avuto un'anno più divertente? Sì, probabile, ma non sarei cresciuta, e questo vale con tutto il resto. Se avessi avuto la famiglia perfetta non avrei rimpianto la mia. Se fossi finita nel paese che mi fa completamente innamorare, non mi sarei innamorata dell'Italia. Non sono mai stata più patriottica di così, amo il mio paese in un modo che mai mi sarei aspettata. Sono fiera e grata di essere italiana, di venire dal paese più bello del mondo, e non rinnegherei mai la mia origine per nulla.
Se non avessi avuto continui problemi, non avrei imparato a darmi una mossa, rimboccarmi le maniche e risolverli. Oppure non risolverli, ricevere le conseguenze e una lezione. Se non mi fossi mai sentita sola non avrei mai capito il valore della vera amicizia. E' vero quando ti dicono che partendo scopri chi siano i tuoi veri amici perdendo gli altri, ma è anche vero che ora sono più decisa che mai a recuperare delle amicizie che avevo più o meno lasciato andare.
Quest'anno mi ha fatto crescere, cambiare. Sono ancora la ragazza che si lamenta per qualunque cazzata? Sì, ma quando ho un problema davvero mi rimbocco le maniche e lo risolvo, o almeno ci provo senza arrendermi. Sono ancora quella delle battute stupide, dei calzini con le tartarughe ninja, che si comporta da idiota nella quasi totalità del suo tempo ed è sempre in grado di dire e fare la cosa sbagliata al momento sbagliato? Sì, sono sempre io, ma con un bagaglio di esperienze diverso che non avrei potuto avere in un periodo di tempo così breve in nessun'altro modo.
Come posso lasciare il paese che mi ha dato tutto questo? Questa non è stata l'esperienza perfetta, ma è per merito suo che sono diventata ciò che sono adesso. Sono grata di avere avuto questa possibilità, e posso dire senza ombra di dubbio che è stata la decisione migliore che potessi mai fare. Quest'anno ha cambiato tutto, e continuerà a cambiare tutto anche in Italia, ma vorrei solo che non lo facesse ora, che avessi ancora tempo.
Non fraintendetemi, non voglio restare nelle Tri-Cities. Diciamocelo, non ho avuto molta fortuna a capitare nel mezzo del nulla, e ho perso il conto delle persone che mi hanno detto che sono dispiaciuti che ci siano così tanti exchange students bloccati qui.
Restare non avrebbe senso, la metà di quelli che conosco non ci sarebbe più, che tornino a casa o vadano al college, e io mi sentirei fuori posto. Non so nemmeno se voglio vivere in America un giorno, chi lo sa?
Ma non posso sopportare di lasciare tutto, questa ormai è la mia casa, e so che metà del mio cuore rimarrà sempre qui, bloccato in quest'anno. Non voglio dire addio a nulla, nemmeno le cose più stupide che fanno parte della mia vita e alle mia abitudini.
Ormai questa è la mia vita e quello che sono. Potrò tornare in Italia, ma sarò sempre un'exchange student. Non dimenticherò mai, porterò questi dieci mesi per sempre con me.
Avrò dei rimpianti, come li ho adesso, e mi sembra che il tempo rimasto per tutto quello che voglia fare sia troppo poco, ma questo mi ha insegnato che il tempo passa prima che possiamo rendercene conto, e dobbiamo solo buttarci.
Non sono perfetta, non metto in pratica tutto quello che dico, ma ci sto lavorando e per la prima volta sento che la mia vita è davvero nelle mie mani, sono piena di progetti e sogni e so cosa voglio da me stessa e dalla mia vita più chiaramente di quanto non abbia mai fatto.
Un'altra cosa di cui mi rendo conto è che nessuno di quelli che non sono partiti potra` mai comprendermi fino in fondo. E' stato un capitolo fondamentale della mia vita, ma tutte le persone importanti per me l'hanno perso e non potranno mai davvero rendersene conto. Sono sicura che ci sarà chi pensera` che il mio è stato un anno di vacaza, chi cercherà di sfruttarmi per i compiti di inglese e chi al mio ritorno mi avra` dimenticata, ma per qualche motivo questa prospettiva non mi fa ne caldo ne freddo.
Mi piace pensare che le cose andranno per il meglio ora che sono cambiata, ma per certi versi penso che il cambiamento he ho fatto rimarra` qui. Non potro` piu` abbandonare questa mia nuova visione del mondo e di me stessa, ma ogni tanto penso che tornando all'ambiente di cui sono partita anche io prima o poi tornero` a regredire, e questo mi fa paura.
Sono cosi` tante emozioni contrastanti che potrei stare qui a scrivere per la prossima settimana e probabilmente non mi spiegherei lo stesso come vorrei, ma c'e` almeno una cosa che so e che non posso ignorare, e cioe` che io non sarò mai più a casa. Potro` tornare in Italia, ma una parte di me rimarra` sempre qui. Non nelle Tri-Cities, ma in questo anno. E` questo il prezzo da pagare, e ne vale assolutamente la pena.
Mi manca Milano, sì, ma a giorni alterni l'idea di tornarci mi da una sensazione di claustrofobia. Conosco persone da tutti gli angoli del mondo, conosco una nuova lingua e nuove mentalità, sono entrata in contatto con altre culture e questo mi da solo voglia di continuare a viaggiare, di vedere cosa ci sia più avanti. Voglio viaggiare, imparare lo spagnolo, mi pento degli anni delle medie in cui non ho nemmeno fatto finta di imparare il Francese e sento il bisogno di vedere di più, di partire e scoprire altro. Sono fortunata e ho sempre avuto la possibilità di viaggiare, ma se penso agli anni scorsi nei quali dicevo ai miei genitori che non avevo voglia di vedere una città ma solo di stare a fare il bagno in qualche piscina di un villaggio turistico senza mai mettere il naso fuori mi viene voglia di prendermi a schiaffi. Penso a tutte le occasione che ho sprecato, ma ora almeno so che posso apprezzare la mia fortuna. Voglio andare in Africa a fare volontariato, mangiare sushi in Giappone, partecipare al carnevale in Brasile, andare in Corea anche se non ho la più pallida idea di cosa trovarci, vedere gli Universal Studios di Los Angeles, camminare sulla muraglia cinese, mangiare vero cibo indiano, fare surf in Australia e andare in tutti quei posti che non avevo mai sentito il bisogno di conoscere. Voglio sapere ogni lingua, andare in capo al mondo solo per vedere cosa ci sia e non limitarmi a farmi passare la vita davanti nell'appartamento milanese in cui sono cresciuta. 

Potrei scrivere per altre sei ore ma questo post è decisamente diventato troppo lungo, con questo cambio di discorso improvviso vi saluto. Grazie per i commenti e grazie alle ragazze che mi hanno contattata su facebook :)
-23 giorni