giovedì 28 agosto 2014

L'ultima settimana

Sono passati più di due mesi da quando ho lasciato l’America, ma per qualche motivo non sono mai stata in grado di mettermi seduta e scrivere questo post. Per certi versi ripensare agli ultimi giorni mi intristice ancora, per altri mi sembra che in questo modo metterei per sempre la parola fine a quest’anno. Però rimandare non ha senso, e prima di dimenticarmi tutto voglio lasciare un ricordo di questi ultimi giorni. Per evitare di scrivere un post lunghissimo lo divido in parti, enjoy :)

Credo vi avessi lasciato con l’ultimo giorno di Timo. Il giorno dopo, mercoledì, era il sedicesimo compleanno di Derrick e l’ho passato a casa di Sundas, mentre i miei e mio fratello si facevano una gita a Seattle. In quei giorni ero così con la testa tra le nuvole che mi sono completamente dimenticata di prendere un regalo per Derrick, che idiota. Mi sono sentita in colpa ma lui ci ha riso su, e ho rimediato con due giorni di ritardo.
Comunque come dicevo sono andata a casa di Sundas e abbiamo guardato un po’ netflix e chiacchierato, nulla di che. E’ stata l’ultima volta che ho visto Sunbal ma non lo sapevo, non essere stata in grado di dare l’addio a tutti è una delle cose che ho rimpianto di più.
Il giorno dopo era il fatidico giorno del servizio fotografico che io, Stefanie e Carla organizzavamo da più di un mese. Mi sono fatta dare un passaggio sulla macchina di Derrick per la prima e ultima volta e ci siamo trovati in quello che non oso definire centro della città, comunque una zona in cui c’è il parco, il fiume e qualche negozio. Il fotografo in mezz’ora ha fatto tantissime foto e poi una volta libere ci siamo andate a prendere un cupcake e ci siamo fatte un giretto nei dintorni. Abbiamo deciso di fare un servizio fotografico senza nessun motivo particolare, solo per avere qualche ricordo. Le foto ci sono costate $15 a testa e sono bellissime, quindi ne è ampiamente valsa la pena :)

 In ordine io, le mie gambe giganti, Carla e Stefanie

 Momenti strani con Stefanie hahahaha

<3 <3 <3



Dopo le foto abbiamo fatto un giretto a caso per l’uptown e poi siamo andate al mall, dove oltre a un po’ di shopping e junk food (che sta sempre bene in qualunque uscita <3) abbiamo comprato tre braccialetti uguali che abbiamo promesso di mettere sempre, io lo tolgo solo quando la doccia ed è sul mio polso anche ora. Suona come una cosa stupidissima, lo so hahaha ma alla fine è solo una semplicissima catenina di argento, non qualcosa di ridicolo con scritto “BFF”, e mi fa piacere pensare che ad Amsterdam e Barcellona le mie amiche lo stiano indossando.
Il giorno dopo, giovedì, è stato probabilmente uno dei giorni più divertenti degli ultimi mesi. Sono andata al parco dei trampolini con Larry e Carla, in pratica un posto dove i pavimenti sono coperti di tappeti elastici e ci sono canestri, piscine di cubetti di gomma e tutto quello che farebbe felice un bambino di dieci anni (o chi ha la mente di un bambino di dieci anni → noi). C’era anche un freshman rompipalle che Larry doveva portarsi dietro perché lo deve ospitare in questi giorni, ma ci siamo divertiti lo stesso.
Dopo un’ora lì siamo passati a prenderci un caffè e poi siamo andati a casa di Larry, dove semplicemente abbiamo fatto gli idioti per il resto del pomeriggio, non racconto nei dettagli perchè tanto sono cose che hanno senso solo per noi haha
Una cosa mi ha fatto quasi soffocare dal ridere è che a un certo punto ero seduta sul letto di Larry e hanno iniziato a colpirmi con dei palloncini, quindi io afferro un telefono, faccio finta di digitare un numero e urlo “911, help, I’m getting aroused!” per poi rendermi conto di quello che avevo appena detto solo quando ho visto Larry praticamente contorcersi dalle risate per terra.
Il punto è che in inglese “harrassed” vuol dire molestata (non in senso sessuale) mentre “aroused” vuol dire che mi sto eccitando (in senso puramente sessuale). Quando mi sono resa conto del lapsus era troppo tardi, e da allora ricevo battute sulla mia passione per i palloncini in continuazione. Sì, c'è tempo per le figure di merda linguistiche anche a due giorni dalla partenza hahaha
Comunque a un certo punto ho iniziato a ricevere snapchat da Derrick e Ale (fratello italiano) contenenti biscotti appena sfornati, quindi nel giro di un minuto e mezzo ci siamo fiondati sulla macchina di Larry e poi a casa mia. E’ incredibile come anche solo un tragitto di dieci minuti in macchina sia divertente con loro, mi mancano da morire.
Ed è tristissimo il modo in cui la nostra amicizia con Larry sia cresciuta così tanto solo nell’ultimissimo periodo, perché davvero sento che sia uno degli amici più sinceri che avessi lì.
Chi è appena tornato mi capirà e i futuri exchange mi capiranno nel corso dell’anno, ma la stragrande maggiorparte dei teenager americani sono persone davvero false, tutti sparlano di tutti ed è una continua ansia il preoccuparsi di cosa i tuoi amici pensino di te. Magari sono sfigata io e ho conosciuto solo persone di merda, ma dalla mia esperienza sono pochi i ragazzi che si scostino da questa categoria, e Larry è uno di questi.
  
Venerdì 13 era il mio terzultimo giorno in America, e visto che il 14 avevo in programma una festa di addio/compleanno (si, ho compiuto 18 anni l’ultimo giorno in America e sono partita la mattina dopo alle 3, sì) l’ho passato in giro per supermercati a procurarmi cose per la festa.
Il 14 Carla è arrivata un’ora prima degli altri a darmi una mano a preparare e il suo regalo è stata una lettera che mi ha fatto giurare di aprire solo sull’aereo, una cornice con una nostra foto in cap&gown il giorno della graduation e tantissime foto di noi due che ha stampato, è stato un regalo bellissimo :)
Mi ha aiutato a sistemare la musica e qualche cosa, poi alle quattro la gente ha iniziato ad arrivare. Avevo creato un evento su facebook per invitare tutti, ed a quanto pare è stata una pessima idea visto che un sacco di persone non hanno ricevuto l’invito. Non abbiamo fatto nulla di particolare e la gente continuava ad andare e venire, ma è stata una bella giornata. In totale si sono presentati Larry, Carla, Stefanie, Megan, Andre, Marissa, Erin, Katlyn, Sundas, Senna, Dante, Yuriy, Lexy, Schuyler, Chiara, una ragazza della mia classe di leadership che in realtà non avevo invitato e probabilmente qualcun altro che non ricordo, ma con tutti che andavano e venivano non eravamo mai in più di sei e gli unici che sono rimasti tutto il tempo sono stati Larry e Carla.
Ashley mi ha deluso moltissimo perché non è stata con me nemmeno un secondo, ma alla fine ormai con lei mi sono arresa da tempo. Avrei voluto che fossimo più amiche, ma a quanto pare non ce l’ho fatta, per quanto ci abbia provato. Derrick è stato con me e i miei amici tutto il tempo anche se non li conosceva, mentre Ashley pur essendo in casa è rimasta in cucina o in camera sua.
Quando siamo rimasti in pochi abbiamo messo un film, ma nessuno l’ha guardato per un secondo. Sono successe cose strane tra cui Erin che mi da come regalo un preservativo che finisce per diventare un arma con la quale lei e Katlyn si stavano schiaffeggiando hahaha
Comunque in sostanza ci siamo divertiti. Quando si è fatto buio siamo usciti, abbiamo acceso un fuoco e ci siamo mangiati qualche smore.
Alle dieci e mezza ho dovuto mandare via i pochi che erano rimasti, ovvero Yuriy e Dante, mentre Larry e Carla sono rimasti ad “aiutarmi” mentre finivo di preparare le valigie. Visto che dovevamo partire alle tre di mattina i miei hanno deciso di dormire un po’, soprattutto perché dovevamo guidare fino a Seattle, mentre io volevo finire di preparare e passare le ultime ore con i miei amici.
Finiti i bagagli quindi ho dovuto salutare la mia famiglia ospitante, ed è stato un momento orribile. Non solo perché è stato l’addio più difficile, ma anche perché sono rimasta un po' delusa per una faccenda di cui non parlerò per non mancare di rispetto a nessuno.
Siamo andati sulla macchina di Larry fino a casa di Carla e io credo di avere pianto per un’ora fin dall’inizio degli addii, stavo singhiozzando come un’idiota e non riuscivo assolutamente a smettere.
Siamo stati nella macchina di Larry fino alle due e mezza a fare nulla, prima con io e Carla in lacrime e poi a comportarci come se fosse un momento normale e non le ultime ore insieme. E’ una sensazione che semplicemente non si può nemmeno pensare di capire se non ci sei passato. La consapevolezza che sia tutto finito, tutto andato per sempre. Hai dato l’addio alla famiglia, la città, la scuola, tutti i tuoi amici, e ti aggrappi alle ultime ore che ti rimangono con delle persone che non vorresti mai perdere. Ti rendi conto che noi exchange students alla fine siamo tutti un po’ masochisti, perché tutti sapevamo che questo momento sarebbe arrivato ma siamo partiti lo stesso. Comunque a un certo punto è venuto il momento di salutare anche Carla, poi Larry mi ha portata sul "top of the universe", un punto panoramico dal quale si possono vedere tutte le Tri-Cities sul quale non ero mai stata. E’ stato un modo bellissimo di salutare la città, si vedeva tutto da Badger Mountain, le colline, il Columbia immerso nel buio e le luci di ogni casa.
Poi alle tre Larry mi ha riportata a casa e ho dovuto salutare anche lui.
I miei erano svegli e stavano già iniziando a caricare la macchina mentre la mia famiglia ospitante dormiva, con l’eccezione di Alinda che con una sua amica stava cercando di rimanere sveglia fino all’alba.
Ho lasciato la mia copia delle chiavi di casa su un foglietto sul quale li ho ringraziati, poi l’ho lasciato sul tavolo. Mi sentivo galleggiare in un sogno, camminavo per la cucina e ovunque mi girassi mi apparivano in testa mille immagini di vita quotidiana. Tutte le volte che ho fatto colazione appoggiata all’isola, in mano un panino al burro di arachidi e nell’altra il telefono a leggere i messaggi arrivati durante la notte dall’Italia. Le cene su quel tavolo, ogni sera alle sei, dal mio primo giorno a quelli in presenza dei miei genitori, mi sembrava di riuscire a ricordarle tutte. Le sere passate in salotto in compagnia di Derrick, con lui sdraiato sulla moquette a guardare qualcosa in tv e io a leggere o usare il cellulare, con quello che è diventato il mio secondo fratello e che nemmeno so se rivedrò mai più. I pomeriggi di primavera in giardino, i miei tentativi di preparare cibo italiano, i brevi momenti di studio. Il giorno in cui aveva nevicato e sono scivolata davanti alla porta della cucina mentre rientravo, con Alinda che rideva fino alle lacrime. Riuscivo a vedermi mentre facevo mille cose diverse nelle mie occupazioni di tutti i giorni, con le lacrime agli occhi e la consapevolezza che probabilmente era l’ultima volta a camminare tra le mura di quella casa. 
Poi è arrivato il momento di partire, abbiamo caricato tutto sulla macchina a noleggio e siamo saliti in macchina alla volta di Seattle.

Nessun commento:

Posta un commento

Per commentare senza essere iscritti spunta l'opzione Nome/URL e scrivi il tuo nome, oppure pubblica in anonimo.
Un qualunque tipo di commento mi fa sempre piacere :)