lunedì 11 novembre 2013

Halloween

In questo momento sono a US history e dovrei prendere appunti sui rapporti tra Stati Uniti America Latina ma la trovata di Mr. Mason di mettere musica durante le lezioni mi impedisce di concentrarmi sul libro, quindi cazzeggio un po' mangiando m&m's. (Sapete che in America puoi mangiare in classe e nessuno ha mai nulla da obiettare?) Sono reduce da Halloween, festività che gli americani prendono molto sul serio. È da settimane che ci sono decorazioni ovunque, Walmart ha tirato fuori i costumi e tutti organizzano feste. 
Il mio Halloween è iniziato martedì con una "festa" del French Club, ovvero semplicemente noi che dobbiamo portare il cibo e rimaniamo seduti tutto il tempo a giocare a bingo, che emozione. Ah, vi ho mai detto che la prof di francese è l'unico essere umano oltre a me che parli italiano nel raggio di chissà quanti chilometri? Devo dire che la prima volta che Ashley mi ha informata della presenza di un'altra italiana non sono rimasta molto colpita visti tutti gli americani (tanti, ve lo assicuro) che mi fanno "Cool, I'm italian too!" anche se poi salta fuori che non parlano italiano, non sono mai stati in Italia e le loro origini italiane si fermano alla nonna materna. 
Ecco, sto già divagando. Comunque avevo delle calzamaglie con ossa stampate sopra, una gonna nera a vita alta rubata ad Ashley e una canottiera con ossa. A metà festa io, Stefanie Carla siamo fuggite all'incontro informativo su cheerleading, ma questa è un'altra storia. 
Giovedì ad Halloween la scuola era mezza impazzita e io ero vestita come martedì. 

 Corridoi alla Richland High. Non si capisce più di tanto dalla foto, ma la carta sulle luci faceva davvero un inquietantissimo effetto unito alle pareti nere macchiate di sangue

In alto sinistra, davanti al banchetto del main office (dove devi andare a fare la giustificazione se sei in ritardo): "if you dare to be late you must accept your fate" AHAHAHAHAHA amo questa scuola, la amo.

Arrivata ho aperto l'armadietto per la prima volta da settimane cercando di infilarci dentro due crostate (dopo spiegherò il perchè) mentre i pochi studenti nell'edificio 3000 alle sette e mezza mi guardavano stupiti, e lasciatevi dire che è stato parecchio difficile visto che già conteneva qualcosa come quattro raccoglitori inutilizzati e il vaso di vetro dei fiori di Ali che non ho mai portato a casa. 
In caffeteria delle ragazze truccavano gli studenti da zombie, travestimento che la scuola aveva incoraggiato mettendo volantini ovunque. Giuro di non aver mai visto così tanti morti viventi in una volta sola.
Durante le lezioni oltre agli zombie ovunque ho avuto l'onore di trovare un teletubbies nella mia classe di fotografia, un Mr Mason/Indiana Jones, una Crudelia De Mon a child development, una ragazza bacon (sì, sul serio) a pranzo e tanti altri personaggi interessanti. Dopo scuola il green club si è riunito in cafeteria per una festicciola, quindi ho recuperato le mie crostate e una volta arrivata al tavolo ci siamo resi conto che nessuno aveva un coltello, evviva. In qualche modo siamo riusciti a mangiare comunque e mi sono allegramente rimpinzata di brownies, finta pizza e patatine, poi abbiamo giocato a un gioco in cui uno è un personaggio e deve indovinare la propria identità facendo domande, pretty funny. Finita la riunione del green club sono andata a casa di Sundas e Sumbal (vi avevo detto che Sundas, la ragazza che avevo conosciuto la seconda settimana in America è la presidentessa del green club?) per la parte migliore di Halloween, il trick or treating. Abbiamo intagliato una zucca a forma di Jack Skeletron chiacchierando un po', poi hanno invitato un'amica, ci siamo truccate, un altro ragazzo del quale ho dimenticato il nome ci ha raggiunte e siamo uscite.

Sei bellissimo Jack <33

Mentre io ero esaltata come una bambina di otto anni e ci mancava poco che mi mettessi a saltellare abbiamo iniziato il giro del quartiere, ogni dieci secondi chiedevo a Sundas "What's that?" tirando fuori caramelle americane che non avevo mai visto e che con la scusa di assaggiare mi sono messa a mangiare mentre ancora eravamo in giro, poi siamo passate dalla haunted house che la famiglia di Stefanie aveva messo su. Una sola parola: awesome.
Davvero, io vorrei trovare un modo di esprimere per bene cosa voglia dire entrare in questo modo nella cultura americana sperimentando una festa che in italia viene ignorata, ma semplicemente non c'è. Le facce sorridenti che si affacciano alle porte porgendoti caramelle e augurandoti buon halloween, il cuginetto di Sundas che si ritrae spaventatissimo quando mi avvicino a lui, il camminare nel bel mezzo della strada in compagnia di mostri, cowboys e alieni, l'infantile eccitazione nel sentire le tue caramelle che diventano sempre più pesanti, il cielo che si scurisce mano a mano che suoni tutti i campanelli del quartiere. E poi le case infestate, santo cielo. Okay, ho capito che gli americani hanno la mania delle decorazioni e spendono valanghe di soldi in futilità, però certe volte riescono davvero a stupirti.
Entrati dalla porta sotto al portico ci siamo ritrovati in un corridoio completamente nero con una luce bianca in stile discoteca che sparaflesciava dieci volte a secondo, ovunque ti girassi c'erano ragnatele, chiazze di sangue e ossa. Avanzando nel percorso attori vestiti da mostri e scheletri sbucavano all'improvviso per spaventarti, la parte divertente è che conoscendoli quasi tutti invece di sobbalzare ero tutta contenta a cercare invano di iniziare una conversazione sopra alla musica inquietante di sottofondo. Non ho bene capito chi sia stato a truccarli, ma hanno fatto davvero un lavoro grandioso. Più avanti c'era una tavola da pranzo alla quale ragazze vampiro tra le quali Megan mangiavano quello che mi pare fosse un corpo umano, Carla legata ad un carro che strillava "help me!" con un uomo incappucciato dietro di lei, una gabbia con qualcuno che strillava dentro, e alla fine del percorso uscivi dal portico e ottenevi le tue caramelle. Awesome.
Finito il nostro giro siamo tornate a casa e ci siamo messe a guardare il film di Lizzie McGuire. Si, sul serio. A quanto pare è qualcosa che tutte le ragazzine americane hanno visto ed essendo ambientato lì è in gran parte la fonte di quello che le americane pensano sull'Italia, quindi mi hanno detto che dovevo assolutamente vederlo anche se più che altro stavamo chiacchierando e iniziando a dimezzare le caramelle. Dopo non molto purtroppo è arrivata Paula e masticando milky way e butterfingers sono tornata a casa.
Il giorno dopo finita la scuola sono tornata di nuovo a casa di Sundas e siamo andate alla festa di halloween di Mallory, l'altra ragazza che avevo conosciuto in quell'uscita al bowling il mio secondo week end qui e con cui non avevo avuto più nessun contatto. Io ero uno scheletro per il terzo giorno di seguito (si, li ho lavati i vestiti) mentre Sundas era una principessa pachistana e Sunbal una jersey girl con tanto di collana gigante e pantaloni leopardati.


Dopo la festa siamo tornate in macchina con Senna (una ragazza simpaticissima che già conoscevo perchè era nella mia squadra nel powderpuff game) a casa di Sundas per poi dormire lì. Abbiamo parlato un sacco e anche se non vi racconterò di cosa essendo fatti abbastanza privati mi è piaciuto molto confrontarmi con lei, è strano sondare la mentalità musulmana in una ragazza americana e la ammiro perchè è davvero intelligente e ha un modo di pensare molto diversa dal solito, mi piace il modo in cui è così coerente con quello in cui crede anche se le sue idee non sono poi così comuni. Scoprire mentalità completamente diverse da quello a cui sei abituata è una delle parti dell'esperienza che mi piacciono di più, ti apre davvero la mente.
In ogni caso il mattino dopo sono tornata a casa e mi sono dovuta preparare di nuovo. Machecazzo, come è possibile che io che passo la vita qui a rotolarmi nel far nulla mi sia ritrovata incartata in tre feste nello stesso giorno? Non ho mai nulla da fare e quando c'è qualcosa di divertente in programma finisco per dovere rinunciare sempre a qualcos'altro, evviva. Le possibilità erano una festa con degli amici di Carla, un'altra con Erin e una a casa di Andre e per via di certi inconvenienti tecnici ho optato per Andre. Questa volta nel tentativo di fare qualcosa di più specifico ho cercato di imitare Lady Gaga e Rick Genest nel video di Born This Way, ritrovandomi con i capelli rosa. Che poi Lady Gaga nemmeno mi piace, ma dettagli.
Arrivata da Andre di nuovo mi sono stupita davanti all'esagerazione americana quando si tratta di decorazioni e mi pento di non avere foto. Tutte le finestre della casa erano coperte da quelli che credo fossero fogli di cartoncino con immagini inquietanti, alcuni neri con scritte help in rosso e mani insanguinate, altre con occhi che guardano la strada e via dicendo. All'interno era pieno di ossa, ragnatele, scheletri, oggetti che ridevano o urlavano quando ci passavi vicino. Vorrei dare un'idea più chiara del concetto di esagerazione, ma davvero mi riesce difficile, credetemi sulla parola.
Stefanie e Carla erano due hippie, (Carla tra l'altro stava usando i miei pantaloni afghani non avendo un costume) Andre e Lucas due zombie e tra gli ospiti erano presenti una mucca, un militare, Marilyn Monroe, cowboys, cameriere e chi più ne ha più ne metta.
Senza starvi a spiegare il motivo se devo dire la verità sono tornata a casa con il morale un po' sotto ai piedi per via di certe cose, ma come sempre da due mesi mi sono impedita di deprimermi e mi sono comunque divertita. Il momento migliore della serata è stato quando al piano di sopra abbiamo giocato a una versione alternativa del gioco dell'assassino, ovvero ognuno dei più o meno 25 partecipanti pescava una carta e due avevano il ruolo di ispettore e assassino. Con le luci spente (anche se si vedeva benissimo lo stesso) l'assassino doveva ucciderci senza farsi notare, il detective doveva scoprirlo e i morti si limitavano a giacere per terra nel modo più scenografico possibile, mentre tutti gli altri cercavano di essere inquietanti quanto la musica in sottofondo.
E questo è stato il mio Halloween, il primo e probabilmente ultimo della mia vita. Come ha detto Paula una sera vedendomi uscire di casa truccata da scheletro per la terza volta, "Sta solo cercando di recuperare 17 anni di halloween mancati".
E' stato grandioso, perchè sotto alle tante somiglianze tra gli Stati Uniti e l'Europa non è facile intravedere la vera America, quel paese fiero e unico in cui mi sono ritrovata a vivere e di cui ho avuto degli sprazzi così raramente. Ho visto la vera America nel momento in cui durante un temporale Derrick è corso fuori sotto la pioggia a salvare la bandiera, nel momento in cui ho messo per la prima volta piede alla Richland High, ogni mattina quando tutta la scuola si alza in piedi e con la mano destra sul cuore recita il giuramento, l'ho vista guardando negli occhi un americano che parla con fierezza del proprio paese e nelle facce sorridenti dei bambini travestiti da mostri.
E no, non mi sto innamorando dell'America come molti exchange fanno con il proprio paese ospitante, ma mi sto semplicemente innamorando di tutte le diversità che riesco a cogliere rispetto a quello alla quale sono sempre stata abituata, alla bellezza nascosta che c'è sotto a quello che gli ignoranti ritengono solo il paese dei fast food e della finta vita da serie tv.
Interrompendo il flusso di pensieri prima di ritrovarmi a scrivere quindici pagine adesso è tardi e devo spegnere, buonanotte Italia.

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